Formazione, un tocco d’Abruzzo nel primo Master interuniversitario in design per la salute

Un progetto unico in Italia. È il primo master interuniversitario in design per la salute, che mira a formare designer con competenze specifiche per operare nelle filiere pubbliche e private della salute: una proposta che parla anche abruzzese. Tra i promotori Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola, romano e abruzzese d’adozione, insieme all’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, fra i cinque atenei italiani che concorrono alla realizzazione del percorso di studio.

Human-Centred Design per l’innovazione e la competitività delle filiere della salute Made in Italy, questo il titolo del master, è stato presentato in occasione del convegno tenutosi lo scorso quattro dicembre all’Università di Firenze, dipartimento di Architettura – Sede di Santa Teresa.

“L’Italia è una delle principali capitali mondiali del design, prima in Europa in termini di fatturato e addetti del comparto – nelle parole di Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola -. Il design oggi più che mai può creare un ponte tra le nuove tecnologie, la salute e il benessere delle persone, ma può anche rappresentare per il Paese, per l’Abruzzo e le sue filiere della salute uno strumento per accrescere la qualità di prodotti e servizi e accelerare la competitività delle imprese”.

“È dunque importante, in questo contesto, che nella nostra regione ci sia un attore di rilievo per il nuovo master – aggiunge Domenico Sturabotti -. Le filiere del farmaceutico e della salute possono, nella relazione col design, avere un forte motore di innovazione e competitività”.

Gli atenei coinvolti sono: Università di Firenze, Università di Genova, Sapienza Università di Roma, Università di Siena e appunto Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, nelle quali sono presenti specifiche competenze riferite ai temi dello Human centred design, del Design thinking e del Design per l’inclusione.

Per l’Università di Chieti-Pescara, quindi, riconosciuta anche a livello internazionale come centro di studi sul Design per l’inclusione e sul Design for All, è referente Giuseppe Di Bucchianico, Past-president dell’associazione internazionale EIDD-Design for All Europe e Presidente del corso di laurea Magistrale in Eco inclusive design.

“Il Master risponde ad una specifica domanda di competenze progettuali in un settore produttivo strategico per l’economia italiana – commenta Giuseppe Di Bucchianico -. Rappresenta un’opportunità anche per i nostri laureati in Eco inclusive design, esperti nei processi di innovazione di prodotti, servizi, artefatti comunicativi e sistemi per la sostenibilità e l’inclusione sociale. Con il master possono orientare la propria formazione sul vasto comparto dell’healthcare, che richiede un numero crescente di esperti nelle discipline del progetto”.

Il master prenderà vita nel 2026 ed è promosso dal Centro interuniversitario HCD-Care e Fondazione Symbola, insieme a Confindustria dispositivi medici, Farmindustria e Deloitte. Vedrà coinvolte, insieme alle principali associazioni di categoria, le aziende dei settori medicale, farmaceutico e biotech e, inoltre, studi di progettazione attivi da tempo nel campo del design per la cura e l’assistenza. È rivolto principalmente, ma non in maniera esclusiva, ai laureati in Design, Architettura, Ingegneria gestionale, Ingegneria dell’automazione, Ingegneria biomedica, Comunicazione.

Il percorso formativo è interdisciplinare e integra design con discipline mediche, ingegneristiche, economiche e sociali, e in particolare si riferisce agli ambiti del product design, interior design, service design e design della comunicazione per l’healthcare e l’home care. Il corso, sviluppato sin dall’inizio in collaborazione con aziende, associazioni di settore e studi di progettazione specializzati, prevede modalità mista presenza-distanza e un tirocinio aziendale.

Anche nelle filiere della salute, quindi, oggi in profonda trasformazione, il design – come già avvenuto in altre aree del Made in Italy – può diventare un motore di innovazione. In dialogo stretto con medicina, ingegneria e scienze sociali, può contribuire a ripensare prodotti e tecnologie (dai dispositivi medici alle soluzioni digitali), a migliorare processi e percorsi di cura e a elevare qualità, sicurezza, accessibilità ed efficienza dei servizi sanitari attraverso approcci human-centered e di service design.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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