Istruzione e formazione professionale, cresce il numero degli occupati

Continua la crescita del numero di occupati tra coloro che hanno conseguito un titolo di studio nei percorsi di IeFP (Istruzione e formazione professionale) e tocca livelli mai raggiunti prima. A tre anni dal conseguimento del titolo, infatti, risulta occupato il 67,7% dei qualificati e il 71,5% dei diplomati. E’ quanto emerge dalla Quarta indagine sugli esiti dei percorsi di IFTS e IeFP che analizza, in particolare, la situazione dei giovani usciti dalla IeFP (qualificati e diplomati) alla fine di gennaio 2020, a 3 anni di distanza dal conseguimento del titolo. I risultati dell’indagine sono stati anticipati dall’Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) nel corso di un seminario.  Anche tra i non occupati, si registra comunque un effetto “occupabilita’”: la quota di inattivi tra quanti hanno conseguito un titolo di studio e’ davvero residuale, non supera l’1%. In altre parole, se non si e’ occupati si e’ comunque attivi. E’ cosi’ per il 28% dei diplomati: con il 14% in cerca di lavoro, l’8,7% in formazione e il 5,3% impegnato in altre attivita’. Ed e’ cosi’ anche per i qualificati: con il 9% di giovani che sono in formazione, il 4% impegnato a vario titolo (stage, servizio civile, ecc.) e il 3,4% in cerca del primo impiego. Molto interessante anche il dato relativo agli stranieri diplomati, che supera il 77% degli occupati; due punti percentuali in piu’ il valore dei disoccupati rispetto alla media nazionale e 1,8 punti in meno il dato sui giovani in formazione (6,9% contro 8,7% del totale). Il dato sugli inattivi e sugli impegnati a vario titolo risulta praticamente pari a zero. L’indagine ha analizzato anche gli strumenti attraverso i quali i giovani hanno trovato lavoro. Il canale principale e’ costituito dal contatto con il datore di lavoro su iniziativa personale, che ha riguardato il 46% dei qualificati e 52,2% dei diplomati occupati. Il secondo strumento e’ stato la segnalazione in azienda da parte di familiari e conoscenti (34% per i qualificati e 38% per i diplomati). L’Inapp segnala che per gli stranieri la dimensione prevalente e’ sempre quella del rapporto diretto con l’impresa o con l’istituzione formativa.

Dal punto di vista del tipo di rapporto di lavoro, per i qualificati si divide equamente fra tempo determinato e tempo indeterminato (con quest’ultimo rappresentato per oltre la meta’ da contratti di apprendistato), con un 5,5% di lavoro autonomo e una quota di parasubordinato del 5%. Per i diplomati la quota di contratti a tempo indeterminato raggiunge il 64,5% (anche in questo caso oltre la meta’ di questi e’ riconducibile all’apprendistato) a fronte di un 27% di tempo determinato, di un 7,3% di autonomo e di una piccola quota di parasubordinato. Nell’ambito del tempo determinato, sia per i qualificati che per i diplomati, il contratto standard costituisce poco meno dell’84% del totale, il lavoro stagionale poco meno del 14%, con quote residuali di lavoro intermittente e accessorio.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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