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L’introduzione dell’assegno unico per le famiglie potrebbe riguardare l’80% dei nuclei familiari con figli determinando un aumento del reddito per il 68% delle famiglie potenzialmente beneficiarie: secondo le stime dell’Istat presentate nella Commissione Affari sociali della Camera dal presidente dell’Istituto di Statistica, GIan Carlo Blangiardo, l’importo complessivo del beneficio dovrebbe essere in media di 250 euro al mese con un incremento rispetto alla situazione attuale di 97 euro. Ma, secondo l’Istat, se il 68% delle famiglie beneficiarie dell’assegno unico si trovera’ con un vantaggio in termini economici rispetto alla situazione precedente, il 29,7% delle famiglie con nuova misura che prevede l’abolizione dei benefici ora esistenti avra’ introiti inferiori. Per il 2,4% dei casi invece la situazione rimarrebbe invariata. L’importo medio per famiglia beneficiaria dell’assegno unico – ha spiegato Blangiardo – e’ pari a circa 2 .991 euro l’anno, ovvero quasi 250 euro al mese. “Considerando sia la clausola di salvaguardia, sia la perdita dei benefici attualmente in vigore – ha detto – l’effetto netto annuo sul bilancio delle famiglie sarebbe di circa 1.162 euro (97 euro al mese); mentre, senza clausola di salvaguardia, si ridurrebbe a 1.036 euro (86 euro circa al mese)”. La misura che rivede i sostegni alla famiglia introducendo un beneficio unico e’ “condivisibile” per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Il provvedimento – ha spiegato – potrebbe ridurre l’incidenza della poverta’ relativa portandola dal 15,3 al 14%. In particolare si supererebbe il problema del’incapienza che fa si che una parte delle detrazioni ora non siano distribuite. Questa riforma del sostegno alla famiglia, “dal costo relativamente contenuto in termini di finanza pubblica e incidenza sul Pil – ha detto Tridico – concentrerebbe i suoi effetti sui nuclei piu’ bisognosi oggi spesso esclusi”. Secondo l’Inps il numero dei poveri relativi diminuirebbero di oltre 700.000 unita’ passando da 9.243.058 a 8.489.330.
