Lavoro domestico, dall’Italia rimesse per 8,3 miliardi all’estero

Nel 2024 le rimesse inviate dai lavoratori stranieri in Italia, spesso impiegati nel comparto del lavoro domestico, verso i loro Paesi d’origine sono state pari a 8,3 miliardi di euro. È quanto emerge dall’Osservatorio Domina sul lavoro domestico, che utilizza i dati della Banca d’Italia. A livello globale, in base ai dati dell’Onu, negli ultimi decenni, i migranti hanno inviato 5.000 miliardi di dollari in rimesse ai Paesi a basso e medio reddito, superando l’aiuto pubblico allo sviluppo e raggiungendo gli investimenti diretti esteri. Oltre un terzo di questi fondi è arrivato nelle aree rurali ed entro il 2030 si stima che saranno i 4.400 miliardi destinati agli Stati a basso e medio reddito. Questa tendenza si registra anche in Italia, dove gli impiegati stranieri sono una parte importante del settore del lavoro domestico. Considerando solo la componete regolarmente assunta dalle famiglie, nel 2023 i lavoratori stranieri erano 574 mila, il 68,9% del totale. Secondo il rapporto Domina 2024, nel 2023 il comparto ha contribuito al Pil per 15,8 miliardi (0,8%). Oltre a questo, bisogna considerare che i lavoratori stranieri inviano in patria parte della propria retribuzione, sostenendo le famiglie d’origine e di conseguenza l’economia dei rispettivi Paesi, spiega Domina. In base ai dati della Banca d’Italia e all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi utilizzato nell’analisi, dopo il picco massimo del 2011, il volume delle rimesse ha subito un calo progressivo fino al 2017, per poi risalire fino al 2021.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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