La produzione globale è in crescita, ma le economie del G7 crescono più lentamente rispetto alle controparti del G20, con un aumento del divario di produttività tra i Paesi nordamericani e gli altri membri del G7: dal 18% nel 2001 al 35% nel 2023. Un fattore che potrebbe indebolire la capacità del G7 di sostenere i Paesi meno sviluppati, in particolare quelli africani, alle prese con un elevato debito pubblico e sui quali pesa quel 17% delle entrate statali dedicato al servizio del debito estero, a discapito degli investimenti nei settori produttivi e nei servizi pubblici con inevitabili ricadute sulla crescita economica. Questo scenario si colloca nell’ambito delle grandi sfide affrontate dall’economia globale sul fronte geopolitico – dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente – con annesse ripercussioni in termini di aumento dell’inflazione e del debito e di interruzioni della catena di approvvigionamento. Per invertire questi trend è necessaria una forte collaborazione sia tra i G7 paesi che con i paesi in via di sviluppo. Queste alcune delle evidenze principali contenute nel B7 Flash, l’approfondimento di Confindustria e Deloitte elaborato in occasione della ‘G7 – Industry Stakeholders Conference: Leaving no one behind: Industry for Development’, organizzata a margine della Ministeriale G7 sullo Sviluppo prevista a Pescara dal 22 al 24 ottobre. Deloitte Italia è il Knowledge Partner esclusivo del B7 Italy 2024 ‘Leading the Transitions Together’, presieduto da Confindustria sotto la guida di Emma Marcegaglia.
Controllate anche
Avviso FESR su ricerca industriale, incontro all’Aquila
Prosegue il percorso informativo della Regione Abruzzo con il secondo appuntamento della campagna “Regione Abruzzo …