Indicazioni ambientali e nutrizionali. Possibilità di ampliare l’etichetta fuori dallo spazio fisico, sfruttando il digitale. Sono solo alcune delle nuove disposizioni normative in materia di etichettatura che i produttori vinicoli dovranno rispettare già dalle produzioni 2024.
Tutti gli aggiornamenti sono stati illustrati ieri mattina durante il convegno “Le nuove disposizioni normative sull’etichettatura e presentazioni dei vini a Do e Ig”, organizzato dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo.
Davanti a un parterre di vignaioli, enologi, e tecnici del settore, hanno sviluppato i loro interventi Paolo Castelletti, segretario generale Unione Italiana Vini, Chiara Menchini, responsabile ufficio giuridico Unione italiana vini, Nicola Tinelli, responsabile ufficio politico Unione Italiana Vini, moderati dall’enologo Nicola Dragani, presidente del comitato tecnico del Consorzio. I lavori sono stati aperti dal presidente del Consorzio, Alessandro Nicodemi e chiusi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Emanuele Imprudente.
“Il consorzio negli ultimi due anni sta affiancando le attività istituzionali di promozione, valorizzazione e tutela, con una fitta azione di informazione per gli operatori vinicoli della regione”, ha sottolineato Nicodemi. “L’incontro di ieri è nato con l’obiettivo di fornire tutti gli aggiornamenti in materia di etichettatura. Le norme europee infatti impongono nuove disposizioni che rendono l’etichettatura sicuramente più completa, ma anche più complessa. Per questo motivo abbiamo ritenuto importante organizzare un momento di approfondimento con esperti del settore al fine di dare ai nostri produttori tutte le informazioni necessarie”.
L’evento è stato l’occasione anche per scattare una fotografia del mercato vinicolo in Italia e all’estero. “I consumi sono in tendenziale riduzione in Italia come sui mercati internazionali”, ha sottolineato Castelletti, segretario generale Unione Italiana Vini. “Anche l’export tende a frenare tranne che per gli Stati Uniti che nei primi mesi dell’anno ha segnato uno 0,5 per cento, dettato dai vini spumanti. Questo significa tensione sui prezzi e riduzione dei consumi. La spirale inflazionistica ha ridotto la capacità di spesa delle famiglie anche se la situazione sta riprendendo, e poi c’è in atto da anni un cambiamento dei consumi dei giovani che guardano a prodotti salutistici con meno calorie o ai cocktail. In questo scenario, considerando che la contrazione maggiore riguarda i vini rossi, l’Abruzzo paga pegno. Ha le potenzialità per uscirne riposizionando i prodotti sia nella grande distribuzione che sui canali tradizionali, guardando meno ai discount e lavorando più sui valori che sui volumi. È un’operazione di tipo sistemico che il Consorzio può sicuramente coordinare bene”.