Più ragazze laureate nelle materie Stem, più brave, più motivate ma ancora meno pagate. Emerge dai dati di Almalaurea che, in occasione della festa della donna, sottolinea come dopo anni di campagne di sensibilizzazione si riduce il gap nelle università italiane: tra i laureati stem 2023 ci sono il 58,6% di ragazzi, rispetto al 41,4% di ragazze, ma cinque anni prima (dati 2019) gli uomini rappresentavano il 59,8% mentre le donne il 40,2%. Le studentesse, tradizionalmente più performanti negli studi universitari, sia in termini di voto sia in termini di regolarità negli studi, mostrano risultati migliori rispetto agli uomini anche nei percorsi matematici e tecnologici con un voto medio di laurea più alto (104,5 su 110, rispetto al 102,6 degli uomini) e studi conclusi nei tempi previsti per il 58,1% delle ragazze rispetto al 52,7% dei ragazzi.
Un gender gap in lieve flessione anche nel mondo del lavoro per le laureate Stem. L’Indagine sulla condizione occupazionale a cinque anni dal conseguimento del titolo di Almalurea vede un tasso di occupazione al 90,1% per le donne e al 92,6% per gli uomini, una differenza che resta ma più che dimezzata rispetto al 2019 quando per le donne il tasso di occupazione era di quasi 6 punti in meno rispetto ai colleghi maschi. Resta la differenza retributiva: tra i neolaureati stem la retribuzione mensile netta è, in media, di 1.798 euro tra le donne e 2.025 euro tra gli uomini. Anche per le neolaureate resta il gap, dunque, con i coetanei che guadagnano il 12,6% in più. Un passo avanti, anche in questo caso, negli ultimi cinque anni: nel 2019, i neolaurati stem maschi percepivano il 19,0% rispetto alle colleghe donne.