Turismo, presenze in calo in Abruzzo del 36,9 per cento

A livello territoriale in Italia, i dati sul movimento turistico dei primi nove mesi del 2020, indicano che le flessioni più consistenti delle presenze hanno interessato di più le Isole (-62,7% rispetto all’anno precedente) e le regioni del Nord-ovest (-61,9%); solo la ripartizione del Nord-est registra una variazione che, sebbene anch’essa molto consistente (-45,7%), risulta meno ampia di quella media nazionale (-50,9%). Lo rileva l’Istat.Dalle prime stime effettuate a livello regionale, risulta che le flessioni del numero di presenze siano maggiori, rispetto allo stesso periodo del 2019, nel Lazio (-73,6%), in Campania (-72,2%) e in Liguria (-71,9%). Nessuna regione presenta incrementi, tuttavia le regioni che, seppur in calo, presentano diminuzioni più contenute sono le Marche (-27,0%), il Molise (-29,0%), le Province autonome di Bolzano (-29,5%) e Trento (-31,2%), l’Abruzzo (-36,9%), la Valle d’Aosta (-37,8%) e la Puglia (-42,0%).Anche per quanto riguarda il trimestre estivo, solo il Nord-est presenta una flessione inferiore alla media nazionale (-32,2% rispetto a -36,1%), mentre le ripartizioni del Centro, del Sud e delle Isole si attestano tutte su flessioni intorno al 45%; il Nord-ovest mostra il calo più consistente (-58,1%).

La classificazione dei comuni italiani per densità turistica e vocazione prevalente permette di descrivere alcune caratteristiche dei flussi turistici rilevati nei primi mesi del 2020.La categoria delle grandi città, composta dai 12 comuni con più di 250 mila abitanti, che nel 2019 aveva registrato circa un quinto delle presenze dell’intero territorio nazionale, è quella che soffre maggiormente la riduzione della domanda rispetto all’anno precedente, con una flessione delle presenze nei primi 9 mesi del 2020 pari al -73,2% e un andamento peggiore rispetto alla media nazionale (-50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019).

Per i comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica la diminuzione è del 54,9%, per quelli con vocazione marittima è del 51,8%. I comuni a vocazione montana, invece, registrano un calo inferiore alla media nazionale (-29,3%).Nel trimestre estivo, la flessione del turismo nelle grandi città è addirittura più grave (-76,3% nei mesi di luglio, agosto e settembre 2020 rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno); per i comuni a vocazione culturale è pari a -41,2%, per quelli a vocazione marittima è -38,7% mentre per i comuni a vocazione montana è -19,4% (-36,1% la flessione media nazionale).

Nel trimestre estivo del 2020 i clienti italiani che hanno soggiornato nelle strutture ricettive del Paese sono circa l’86% di quelli dell’estate precedente in termini di presenze. La diminuzione di questa componente della domanda è più contenuta nei mesi di agosto (-6,7%) e settembre (-7,8%).Le strutture ricettive extra-alberghiere subiscono un calo delle presenze domestiche pari a -4,8% ad agosto, ma registrano un recupero e addirittura un aumento, rispetto all‘anno precedente, nel mese di settembre (+4,5%). Gli esercizi alberghieri, invece, subiscono di più la frenata del turismo domestico (-8,1% ad agosto e -13,9% a settembre).

Il differente andamento delle diverse tipologie di strutture ricettive riflette la scelta delle mete turistiche dei clienti italiani nell’estate 2020. La preferenza dei turisti italiani, infatti, si indirizza, più che in passato, sulle località montane, le quali ad agosto raggiungono gli stessi livelli dello scorso anno (-0,4% di presenze di clienti residenti) e soprattutto sui comuni a vocazione culturale, storico, artistica e paesaggistica, che registrano addirittura un incremento (+6,5%) rispetto al 2019 (unica variazione positiva registrata).Le stime a livello regionale confermano questa preferenza: incrementi delle presenze dei clienti italiani si verificano solo in Umbria e nella Provincia autonoma di Bolzano (entrambe con valori intorno al +15% rispetto al 2019); valori negativi, ma migliori della media nazionale, si registrano solo in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia, nelle Marche, in Molise e nella Provincia autonoma di Trento.Ciò sembra indicare che ad agosto 2020 la scelta degli italiani si sia orientata più verso destinazioni meno consuete, presumibilmente meno affollate e con una più ampia ricettività di tipo extra-alberghiero (agriturismi, open air, ecc.) a discapito delle destinazioni estive più tradizionali, ossia le località balneari e le grandi città, solitamente caratterizzate da un maggior affollamento

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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