di Francesco Piccinino Camboni
Il mese di giugno ha lasciato un segno indelebile sul calendario climatico. Secondo quanto riportato dal Copernicus Climate Change Service (C3S), il giugno 2025 è stato il terzo più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria superficiale di 16,46°C, ovvero 0,47°C sopra la media del periodo 1991–2020.
In Europa, la situazione è stata ancora più estrema, secondo lo stesso Centro Europeo di monitoraggio climatico: ”La temperatura media sul suolo europeo per giugno 2025 è stata di 18,46°C, 1,10°C al di sopra della media del 1991-2020 per giugno. […] La maggior parte dell’Europa occidentale e centrale ha registrato temperature dell’aria più calde della media nel giugno 2025. L’Europa occidentale nel suo complesso ha visto il giugno più caldo mai registrato, con una temperatura media di 20,49°C, 2,81°C sopra la media del 1991-2020” (1*)
Oceani Bollenti e Onde di Calore Marine
ll caldo non ha colpito solo sulla terraferma: anche gli oceani hanno registrato valori eccezionali. Copernicus ha osservato che la temperatura media della superficie marina globale ha raggiunto i 20,75°C, un dato che lo rende il terzo giugno più caldo anche per gli oceani. In particolare, il Mar Mediterraneo è stato colpito da una ondata di calore marina, portando a raggiungere la più alta anomalia giornaliera per qualsiasi mese (3,7 °C sopra la media). Queste anomalie hanno effetti concreti sugli ecosistemi marini, con conseguenze su pesca, biodiversità e catene alimentari locali. Alcune specie, come i molluschi o i coralli del Mediterraneo, sono particolarmente sensibili a questi sbalzi termici. (1*)
Salute, Infrastrutture e Economia
Il caldo anomalo ha avuto impatti tangibili in tutto il continente. In Francia, le scuole sono state chiuse a causa delle temperature estreme. In Italia, diversi comuni hanno vietato lavori all’aperto nelle ore centrali della giornata. Le città hanno sperimentato blackout elettrici, disservizi nei trasporti pubblici e un aumento degli accessi ospedalieri legati a colpi di calore e disidratazione.
Anche l’agricoltura ha sofferto: i raccolti estivi, soprattutto quelli di frutta e ortaggi, sono stati colpiti da stress idrico e temperature fuori stagione.
Non Più Anomalie Isolate, ma una Tendenza
Negli ultimi dodici mesi, da luglio 2024 a giugno 2025, la temperatura media globale è stata la più alta mai registrata su base annuale, con un’anomalia di +1,64°C rispetto al periodo preindustriale (1850–1900). Questo dato colloca il nostro pianeta pericolosamente vicino alla soglia critica di +1,5°C stabilita dagli accordi di Parigi.
Secondo Carlo Buontempo, direttore del C3S, “finché le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera continueranno ad aumentare, non possiamo aspettarci che questa tendenza cambi”. (2*)
Ghiacciai in Ritirata e Specie in Pericolo
Un altro effetto collaterale sempre più evidente del riscaldamento globale è la drastica riduzione dei ghiacciai. “L’estensione del ghiaccio marino artico era inferiore del 6% alla media, la seconda estensione mensile più bassa per giugno nel record satellitare di 47 anni” riporta il centro europeo. Questo fenomeno ha implicazioni profonde: l’innalzamento del livello del mare, l’aumento della frequenza di frane in montagna e l’impoverimento delle riserve di acqua dolce, fondamentali per molte comunità nei mesi estivi.
Oltre i paesaggi, ad essere colpiti sono anche le specie che abitano queste aree. Animali come l’orso polare, le colonie di pinguini e intere comunità di invertebrati glaciali rischiano l’estinzione o stanno già modificando i propri comportamenti migratori in cerca di habitat più stabili.
Impegni Istituzionali: Passi Avanti, ma a Velocità Ridotta
Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha messo in campo diverse iniziative per contrastare il cambiamento climatico. Tra queste, spicca il Green Deal europeo, avviato nel 2019, che mira a rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050. Il piano prevede, tra gli altri obiettivi, una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, un forte incremento delle fonti rinnovabili e un impegno concreto per tutelare la biodiversità (3*). In Italia, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) si propone di migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’uso dei combustibili fossili.
Nonostante le intenzioni siano chiare sulla carta, l’attuazione pratica di questi progetti procede spesso a rilento e in modo disomogeneo. Spesso gli obiettivi vengono rivisti o rinviati a causa di crisi economiche, fabbisogni energetici urgenti o dinamiche politiche. Anche i fondi del programma Next Generation EU, che destinano risorse importanti anche alla transizione ecologica, faticano a generare cambiamenti concreti e strutturali, soprattutto sul territorio.
Nel frattempo, con l’aumento delle temperature e la crescente frequenza di eventi climatici estremi, emerge la sensazione che la crisi ambientale venga ancora affrontata come una questione settoriale, piuttosto che come un’urgenza globale che richiederebbe interventi sistemici e coordinati.
Clima e Scelte: Una Sfida Concreta
L’opinione pubblica sul cambiamento climatico è decisamente divisa, con posizioni che riflettono visioni contrastanti sul livello di urgenza e sulle strategie da adottare.
Da un lato esiste una fetta significativa di cittadini, sebbene minoritaria, che ritiene che la questione venga esagerata. Alcuni sostengono che fenomeni meteorologici estremi siano da sempre parte della storia del pianeta e che l’imminente pericolo climatico venga enfatizzato da interessi mediatici o politici.
Dall’altro lato, la maggioranza è convinta della gravità del fenomeno e della necessità di interventi decisi.
A livello globale, il sondaggio “People’s Climate Vote” mostra che circa il 64% della popolazione considera il cambiamento climatico una vera emergenza e ritiene necessario un intervento immediato (5*).
In questo contesto, i movimenti di protesta radicale in Italia, hanno scelto forme di attivismo diretto e simbolico: dalle vernici su monumenti, fino ai blocchi stradali.
Queste azioni hanno suscitato reazioni contrastanti, mentre alcuni vedono queste proteste come un richiamo necessario all’urgenza, altri le considerano antagoniste, simboli troppo estremi.
In conclusione, la questione climatica non è più oggetto di dibattito sull’esistenza del problema, ma sulle modalità con cui agire: resta chiaro che un’ampia maggioranza globale continua a richiedere misure più incisive.
1* Fonte: Copernicus Climate Change Service – Report Giugno: https://climate.copernicus.eu/copernicus-third-warmest-june-globally-heatwaves-europe-amid-temperature-extremes-across-both
2* Fonte: Organizzazione ONU meteorologica https://wmo.int/media/news/record-temperature-streak-continues-june?utm_
3* Fonte Parlamento Europeo: https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20200618STO81513/green-deal-europeo-la-chiave-per-un-ue-sostenibile-e-climaticamente-neutrale
4* Fonte Next Generation EU – Parlamento Europeo : https://next-generation-eu.europa.eu/make-it-green_it#:~:text=Con%20NextGenerationEU%20e%20%22Dal%20produttore,e%20a%20ridurre%20gli%20sprechi%20alimentari.
5* Fonte BBC: https://www.bbc.com/news/science-environment-55802902?utm_