ALAN LOMAX e L’ABRUZZO TERRA DI BLUES

di Fabio Di Bartolomeo

Dai borghi abruzzesi alla musica afro americana attraverso
la vita di un talent scout di grandi artisti del blues

L’etnomusicologo statunitense Alan Lomax si dedicò a ricerche e studi sulla musica popolare, partendo da quella americana per poi concentrarsi su altre nazioni, tra queste l’Italia. Il suo contributo diede un impulso fondamentale al movimento del folk revival tra il 1950 e il 1960. In particolare, insieme al padre, si dedicò allo studio del blues e della cultura afroamericana. Da quell’esperienza Lomax avrebbe tratto il suo La terra del blues, libro di viaggio alle origini della musica nera scritto lungo il Delta del Mississippi, opera monumentale per la riscoperta di questo genere musicale.

Nel luglio del 1954 Alan Lomax arrivava in Italia, qui rimane affascinato dalla ricchezza della musica popolare e in sette mesi di lavoro di ricerca sul campo riesce a raccogliere duemila registrazioni. In questo progetto sarà affiancato da Dietro Carpitella, anche lui etnomusicologo. Appassionato di fotografia, Lomax documentò l’inchiesta con numerosi scatti. Il frutto di questo lavoro venne raccolto nel volume di testimonianze scritte e fotografiche Alan Lomax. L’anno più felice della mia vita. Un viaggio in Italia (1954-55) a cura di Goffredo Plastino, edito da Il Saggiatore nel 2008, con la presentazione di Martin Scorsese.

Alan Lomax

In Abruzzo, una delle difficoltà principali nel reperire le fonti era il flusso emigratorio che aveva reso più difficile la trasmissione intergenerazionale dei canti. Negli anni ’50 l’Abruzzo era una regione ancora prevalentemente contadina, con un’economia basata soprattutto sulla pastorizia, sull’artigianato e su un’agricoltura di sussistenza. In questo contesto si sviluppano le ricerche di Lomax, grazie in particolare all’incontro con Giuseppe “Giuseppillo” Gavita di Scanno, con cui collaborò per l’incisione di alcuni dei canti popolari abruzzesi, come La Partenza del pastore e il lamento funebre dello Scura maje.
In Abruzzo Lomax cerca il blues e lo trova nei canti popolari che nascevano dalla cultura agro silvo pastorale. In questa prospettiva risulta decisivo proseguire nella ricerca e nella diffusione di questa eredità che accomuna, a migliaia di chilometri di distanza, l’Abruzzo e il Delta del Mississippi e dove risulta fondamentale l’apporto delle istituzioni, dai singoli Comuni alla Regione, a promuovere progetti che vadano in questa direzione.

Adriana Gandolfi, antropologa
Ci può parlare della sua esperienza di collaborazione con Anna Lomax, figlia del grande etnomusicologo Alan che venne in Abruzzo nel 1954 per registrare canti e musiche popolari che portarono alla realizzazione di Italian Treasury: Abruzzo The Alan Lomax Collection. La collaborazione con Anna Lomax, anche lei etnomusicologa, ha prodotto un cd dedicato all’Abruzzo.

>Sì, è stato prodotto nel 2000, ed è veramente un un cd prezioso perché ci ha restituito un Abruzzo arcaico, un Abruzzo che si era conservato per millenni con suoi ritmi, le sue melodie e i suoi canti. Alan Lomax venuto nel 1954 non solo in Abruzzo ma in diverse regioni, registrò diversi tipologie di di canti e di musiche dalle ninna nanne ai canti religiosi. La figlia di Anna a distanza poi di cinquanta anni ha pensato di riproporli. Parliamo di materiale molto raro, di difficile reperibilità, se non per alcuni canti depositati al all’accademia di Santa Cecilia. Mi coinvolse il curatore italiano che era Goffredo Plastino, un collega etnomusicologo calabrese. La mia collaborazione si è incentrata su un inquadramento storico dell’Abruzzo negli anni ’50. Mentre invece il professor Domenico Di Virgilio, come etnomusicologo ha trattato testi e brani musicali.

-Alan Lomax, ricordiamolo, fu anche il “talent scout” dei primi “bluesman” americani, venne in Abruzzo anche perché aveva ascoltato negli Stati Uniti alcuni canti abruzzesi e per lui nel registro del canto popolare abruzzese esisteva qualcosa che faceva parte allo stesso tempo anche della cultura americana del blues.

>Alan Lomax scrisse un bellissimo libro L’estate più bella della mia vita, dedicato al suo itinerario di ricerca in quell’estate del 1954. Tra i suoi ricordi ne emergono due in particolare, una Ninna nanna meravigliosa che venne eseguita per lui da una madre a Santo Stefano di Sessanio, una delle melodie più complesse e più struggenti e il canto della “partenza” di Scanno, che il pastore dedicava alla fidanzata prima di tornare in Puglia con la transumanza. Anche questa è struggente, eseguita da Giuseppillo, cantore violinista scannese.

 

Elenco dei brani contenuti nel cd

Italian Treasury: Abruzzo The Alan Lomax Collection

1 Saltarella* (Scanno)
2 La Montanara* (Terranera)
3 Lu Sand D’ Andone* (Terranera)
4 Nu Giorno Andavo A Spasso* (Santo Stefano Di Sessanio)
5 Il Grillo E La Formica* (Terranera)
6 Funeral Lament* (Santo Stefano Di Sessanio)
7 Scura Maie** (Scanno)
8 Lu Cenciaru* (Santo Stefano Di Sessanio)
9 Ninna Nanna* (Scanno)
10 Maitinata* (Santo Stefano Di Sessanio)
11 Venite Adoremus* (Aiella Di Avezzano)
12 Maria Rosa* (Terranera)
13 La Partenza Del Pastore* (Scanno)
14 Serenade* (Castel Del Monte)
15 Ninna Nanna* (Santo Stefano Di Sessanio)
16 Filastrocca* (Santo Stefano Di Sessanio)
17 O Ninnella* (Terranera)
18 Maitinata* (Castel Del Monte)
19 Maitinata* (Castel Del Monte)
20 Simone* (Santo Stefano Di Sessanio)
21 La Mamma Di Rosina* (Terranera)
22 Funeral Lament* (Castel Del Monte)
23 Reaping Song* (Scanno)
24 Teneva Na Palummella* (Castel Del Monte)
25 Quadriglia* (Scanno)
La Black Coffee Blues. band abruzzese

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Shein multata dalla Francia: ma chi paga davvero il prezzo del fast fashion?

di Francesco Piccinino Camboni La multa Quarantamilioni. È questa la cifra della sanzione che la …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *