Il governo che verra’

Il governo che verra’

Come previsto il passo obliquo di Berlusconi (una combinazione tra il passo indietro e il passo di lato) consentirà a Salvini di stipulare un patto di governo con Di Maio senza una rottura formale dell’alleanza di Centro Destra. Cosa può aver convinto l’ex Cavaliere a cedere a questa prospettiva dopo 60 giorni di insulti reciproci con i 5 Stelle? La paura di elezioni ravvicinate che avrebbero probabilmente dimezzato la sua pattuglia di deputati e senatori ha giocato un ruolo rilevante; se fosse questo l’unico motivo la conseguenza è che Salvini si siede a trattare con Di Maio solo con il suo 17% ma senza l’impaccio di rappresentare anche gli interessi di Berlusconi. Difficile però credere che la convenienza del Presidente di Forza Italia sia tutta racchiusa nell’evitare le elezioni anticipate e nell’ottenere frasi concilianti da parte di Di Maio. Il programma del Governo e la sua stessa composizione ci diranno cosa altro ha ottenuto Berlusconi. Se ci saranno ministri riferibili all’area di Forza Italia, se una nuova legge sul conflitto di interessi non sarà presentata e se ci saranno garanzie per le emittenze televisive sarà molto chiaro il modo in cui Salvini ha trattato con il Movimento.

 

Chi ci guadagna e chi ci perde

Poiché non siamo mossi da posizioni ideologiche speriamo che questo governo faccia bene e che a guadagnarci siano gli Italiani. Se l’azione di governo non fosse coronata da successo, cosa non improbabile, a guadagnarci sarebbero le opposizioni. La venticinquennale storia della Seconda Repubblica ha dimostrato che chi governa perde le elezioni successive con assoluta regolarità e il Movimento 5 Stelle con una opposizione durata 10 anni è passato dallo zero al trentadue per cento. Chi si trova quindi nella posizione migliore è proprio il PD che può fare opposizione ad entrambi i partiti populisti. Questa posizione è stata correttamente adottata dal gruppo Renzi e i suoi oppositori interni, che si lamentano di non aver potuto essi stessi realizzare un governo con i Grillini dimostrano che tengono di più a conservare un simulacro di potere che a lavorare per il bene del partito. Poiché le elezioni si allontanano ci sarà più tempo per andare al Congresso e alle primarie. il nuovo assetto dirigenziale del Partito Democratico potrà essere pertanto definito con più calma. Forza Italia è un partito azienda costruito per tutelare gli interessi di Berlusconi; difficilmente sopravvivrà al suo fondatore ma nel breve periodo Berlusconi potrà lucrare sul suo passo obliquo che gli consentirà di passare ad una opposizione decisa se le circostanze e le convenienze lo consiglieranno. Chi potrebbe invece trovarsi in difficoltà è Di Maio e non tanto se non riuscirà a mantenere le promesse elettorali come il reddito di cittadinanza; potrà sempre dare la colpa a Salvini così come Berlusconi faceva con Casini e Fini per giustificare i suoi fallimenti. Il pericolo deriva dal suo cambiamento nei confronti di Berlusconi se davvero pur di far nascere il Governo è venuto, per interposta persona, a patti con l’ex cavaliere. Solo in Italia un personaggio come Berlusconi con i suoi precedenti morali e illegali ha potuto continuare ad esistere nel panorama politico. Il giudizio di Di Maio era quindi corretto; potranno i suoi elettori accettare un compromesso con l’impresentabile? La strategia machiavellica che il fine giustifica i mezzi potrà essere accettata dalla mentalità integralista del suo elettorato? E’ qui che si annida il pericolo per i 5 Stelle.

E’ un governo di legislatura?

Difficile che questo governo possa durare 5 anni. Se Forza Italia e Fratelli d’Italia passassero alla opposizione dura i sei voti di maggioranza al Senato metterebbero a grande rischio la sopravvivenza del governo. Il punto però è un altro, gli obiettivi del Movimento e della Lega. I cinque stelle vogliono assorbire il PD lasciando alla propria sinistra delle sparute forze. Lo stesso obiettivo ha la Lega nei confronti di Forza Italia. Le cose sarebbero state facilitate per i cinque stelle da un governo di annessione con il PD. Con il Partito Democratico all’opposizione raggiungere l’obiettivo è molto più difficile; è un partito di antica tradizione che con le numerose trasformazioni nasce nel 1921 come Partito Comunista Italiano. E’ pur vero che un partito di grande rilevanza come la Democrazia Cristiana è scomparso e i suoi elettori sono stati assorbiti da Forza Italia, ma la storia non sempre si ripete. Per la Lega l’operazione sembra più facile; è cosa più semplice assorbire un partito personale se il suo fondatore scompare. Catturare invece i suoi elettori è cosa diversa.

Se questo governo 5 Stelle-Lega dovesse, come crediamo, nascere ci troveremmo di fronte ad un nuovo tipo di contrapposizione, europeisti contro populisti e Berlusconi, o almeno i suoi elettori sarebbero risucchiati nell’orbita degli europeisti. Ma la cosa che interessa di più è l’evoluzione del rapporto tra Movimento e Lega. Non si tratta di due espressioni di uno stesso partito come sono la Democrazia Cristiana tedesca e i partito Cristiano Bavarese. Se oggi qualcuno può pensare che l’alleanza è equilibrata perché rappresenta sia il Nord che il Sud dell’Italia non bisogna dimenticare che entrambi tendono ad espandere i propri territori di dominio e per questo dovranno differenziare le loro strategie e i loro comportamenti. Si passerà quindi dalla collaborazione alla competizione. Quando accadrà questa rottura? Non prima delle prossime elezioni europee ma certamente avverrà prima della scadenza naturale della legislatura. A quel tempo saranno solo loro le forze principali in campo avendo ciascuna assorbito i partiti su cui già da ora hanno presentato OPA ostile? Io non lo credo ma previsioni a così lunga scadenza sono solo un esercizio di fantapolitica.

di Achille Lucio Gaspari

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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