di Angelo Orlando*
Nelle ultime settimane, su quasi tutta la grande stampa nazionale, ha avuto grande risalto la denuncia da parte di scienziati ed esperti dei venti di crisi che agitano il sistema sanitario pubblico italiano.
Alla base e accanto a questa denuncia la pubblicazione di ponderosi rapporti sul problema, in primis quelli di Crea-Sanità, EURISPES -Enpam, CENSIS-Aiop.
Focalizziamo, ora, l’attenzione su quest’ultimo ( Aiop è l’Associazione italiana ospedalità privata, il nucleo storico. Il 16 dicembre 2021 è nata a Roma l’Acop, Associazione di coordinamento dell’ospedalità privata, presieduta dall’on.Michele Vietti, Acop che tra i soci fondatori, vede il Dr. Luigi Pierangeli-Presidente del gruppo Synergo con sede a Pescara-. Di questa nuova realtà fanno parte oltre 150 strutture sul territorio nazionale, con oltre 15.000 posti letto e più di 25.000 dipendenti e in Abruzzo, sempre come rilevabile dal sito ufficiale, conta 9 realtà di diritto privato.):
“La deriva verso una sanità per censo è un rischio concreto…: Ogni 100 tentativi di prenotazione nel SSN, la quota che rinuncia e si rivolge alla sanità a pagamento-intesa come privato puro e intramoenia, con o senza intermediazione assicurativa- è allarmante. Si tratta del 34,4% dei redditi più bassi, del 40,2% di quelli medio-bassi, del 43,6% dei medio-alti e del 41,7% dei più alti… La percentuale di persone che hanno dovuto fruire in ritardo di prestazioni sanitarie a causa dei tempi di attesa troppo lunghi e maggiore per i redditi più bassi: il 31% dei redditi fino a 15.000 €, contro il 18,7% di quelli oltre i 50.000 €… La spesa sanitaria privata rappresenta il 24% della spesa sanitaria totale: una cartina di tornasole dell’iniquità di un sistema universalistico sì, ma solo al 76%”…..
Analizziamo, ora, alcuni dati, esemplificativi, presenti nel Rapporto:
“Visite specialistiche svolte nella sanità pagamento (comprende le prestazioni svolte in intramoenia, le prestazioni svolte in strutture private pagando di tasca propria e le prestazioni svolte in strutture private con tariffa agevolata (privato sociale)) per 100 tentativi di prenotazione nel servizio sanitario (valore %) :
Visita chirurgica vascolare 52,1%
Visita oculistica 50,0%
Visita ortopedica 46,0%
Visita urologica 45,1%
Visita dermatologica 44,3%
Visita neurologica 40,6%
Visita cardiologica 40,0%……… “
Ancora “..Visti i tempi delle liste d’attesa non è certo una forzatura rilevare che il travaso dal servizio sanitario alla sanità a pagamento avviene perché quest’ultima garantisce un accesso più rapido alle prestazioni desiderate.
Infatti, nel passaggio dal pubblico o privato accreditato alla sanità a pagamento:
-il 16,4% degli italiani avuto un taglio dei tempi di attesa fino a 15 giorni;
-il 22% da 15 giorni a un mese;
-il 17,9% da uno a due mesi;
-il 19,7% da due a cinque mesi;
-il 24% addirittura di almeno cinque mesi”.
Il problema più rilevante, comunque, per l’Italia, e come vedremo ancora più drammaticamente per l’Abruzzo, è la prospettiva di un futuro abbastanza imminente:
“…Infatti, per il 2050 previsioni Istat indicano che l’Italia avrà 4,5 milioni di popolazione in meno con 3,7 milioni di under 35 in meno e 4,6 milioni di anziani in più… Per avere un ordine di grandezza della portata epocale che avrà l’invecchiamento della popolazione si consideri che gli anziani, intesi come le persone con almeno 65 anni, all’atto dell’istituzione il servizio sanitario nel 1978 erano il 12,6% del totale della popolazione, attualmente sono al 24,1% e saranno il 34,5 nel 2050….
Invecchiamento progressivo della popolazione e baby crash vanno di pari passo e l’esito sarà un colossale vuoto nella popolazione attiva nel mercato del lavoro le cui risorse, peraltro, sono a fondamento del finanziamento del servizio sanitario.
Una previsione CENSIS segnala che al 2050 la spesa sanitaria pubblica per anziani aumenterà del 77,8% e quella per le persone con almeno ottant’anni del 115%.
Ciò significa che ai prezzi attuali, la spesa sanitaria pubblica per il 2050 dovrebbe essere pari a 177 miliardi di euro)”( 21° Ospedali e salute,2024, passim)!
Trasferiamo, ora, queste chiavi di lettura nella situazione abruzzese:
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Invecchiamento e baby crash:
2023 >65 anni 320.616 25,3% 0-14 anni 11,86% 15-64 anni 62,80%
2030 >65 anni 357.685 29% 0-14 anni 10,64% 15-64 anni 60,37%
2040 >65 anni 414.828 35,2% 0-14 anni 10,27% 15-64 anni 54,52%
2050 >65 anni 419.471 37,93% 0-14 anni 10,43% 15-64 anni 51,64%
B) Sistema previdenziale e reddito:
Pensioni di anzianità 135.744,
pensioni di vecchiaia 106.988,
pensioni di invalidità 28.989,
pensioni superstiti 97.978,
totale 369.699.
Importo medio mensile per categorie:
anzianità 1668,83 €
vecchiaia 888 €
invalidità previdenziale 996,92 €
superstiti 657,73 €.
Reddito e pensione di cittadinanza: nuclei 33.928, persone coinvolte 69.661 importo medio mensile 516,23 € ( Rapporto 10/2023 di Itinerari Previdenziali-dati Inps per categorie al 31/12/2021).
Considerate ora che nel 2021 le province abruzzesi avevano tutte un reddito medio inferiore a quello nazionale 19.796: L’Aquila 17.878 Pescara 17.705 Chieti 16.952 e Teramo 16.377.
Considerate inoltre che il reddito medio imponibile abruzzese (17.204) nel 2021 ha rappresentato appena il 74% di quello lombardo (23.335).
Quanta gente dedicherà il proprio risparmio al tentativo di curarsi?
Quanti rinunceranno alle cure?’
Alla fine, se il Sistema Sanitario pubblico italiano è sull’orlo del collasso, di grazia, chi potrà curarsi, in Abruzzo e fuori, se allo stato di fatto aggiungete gli effetti possibili dell’autonomia differenziata, problema che sembra non agitare la politica?
**Insegnante, viene eletto al Senato della Repubblica nel 1994 nelle file di Rifondazione Comunista e per la XII legislatura fa parte della Commissione Finanze e Tesoro e di quella Agricoltura. Successivamente è per due mandati consigliere regionale in Abruzzo sempre per il PRC.