Lettera aperta a Luciano D’Amico dalle alture della Maiella

di Alessandro D’Ascanio*

Gent. Prof. D’Amico,

Gent. Candidato alla Presidenza della Regione Abruzzo,

sarà consentito ad un umbratile Sindaco abbarbicato sulle alture della Maiella esprimere bonarie riserve sul carattere ristretto, politicista e tendenzialmente partitocratico del processo d’investitura della sua autorevole persona a candidato a Presidente della Regione Abruzzo?

Forse sì.

Tra le anomalie genetiche caratterizzanti la prima candidatura Marsilio, campeggiava come palmare la sua natura di alieno catapultato in loco in virtù di un astratto accordo nazionale tra i partiti, certo poi legittimato dal voto popolare, complice l’ondata complessiva di consenso nazionale a vantaggio della destra, tuttavia segnato dal permanente portato di estraneità nei confronti del tessuto istituzionale abruzzese.

Ora, a fronte di tale precedente, al netto della sua evidente conoscenza delle questioni economiche che riguardano la nostra Regione, appare veramente asfittico e insufficiente il mero accordo tra forze politiche alla base della candidatura. Dell’ipotetico trinomio sostanziale della constituency elettorale del centro-sinistra (partiti/società civile/enti locali guidati da Sindaci progressisti) emerge come preponderante la componente strettamente partitica; tra l’altro, senza indulgere in perniciose semplificazioni populiste, oggettivamente nella fase di picco negativo della loro legittimazione popolare e della loro capacità di proposta politica.

Dunque, se gruppi, associazioni e mondi vitali della società civile potranno concorrere a formulare la sua proposta politica articolando interessi peculiari e importanti, il coinvolgimento convinto di alcune tra le migliori esperienze amministrative (in piccoli, medi e grandi Comuni) del nostro campo potrà contribuire ad aggregare viceversa interessi più ampi e diffusi.

Lungi da me prefigurare primati della componente “istituzionale” su quella “associativa” delle forze politiche, o rivendicare quote per amministratori ad esaltazione di una visione “corporativa” della rappresentanza.

Resta il fatto, tuttavia incontrovertibile, che, pur in un quadro di ristrettezze di bilancio e difficoltà organizzative, i Comuni abruzzesi governati dal centro-sinistra brillano per capacità di investimenti pubblici, valorizzazione del patrimonio municipale, garanzia di servizi essenziali, capacità di stimolo allo sviluppo territoriale e alla nascita di nuove attività d’impresa.

Stante tale patrimonio, sarebbe veramente auspicabile un protagonismo non episodico dei Sindaci e degli amministratori nella predisposizione del progetto di governo, nella costruzione del messaggio politico da veicolare all’elettorato, nell’espressione delle candidature da sottoporre al vaglio degli elettori, nell’impegno solenne a costruire una Regione impegnata nell’approvazione di norme e nella delineazione di programmi e non ingaggiata in attività amministrative da restituire in toto agli Enti locali.

Con certezza di riscontro

Saluti cordialissimi


* Sindaco di Roccamorice

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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