di Angelo Orlando*
Analisi “dolorosa”, per i tapini abruzzesi, di come la politica legga ( ? ) la realtà economica e sociale dell’Abruzzo.
Prima tappa di un lungo viaggio che dimostri come la “ non- politica “ di Stellantis nel Mezzogiorno, grazie alla “ non politica industriale “ del Governo, trasformi la ZES- aulicamente, Zona Economica Speciale, in ZONA(ad) ESTINZIONE SICURA,
fino alla auspicabile formazione, soprattutto, ma non solo, per l’Abruzzo di un CODI”SF”, Comitato di difesa della “ Specie Furgone”!
Un vecchio proverbio medievale recitava: “Beati monoculi in orbe caecorum”-fortunati in un mondo di ciechi quelli che vedono con un occhio-!
Erasmo da Rotterdam, nei suoi “Adagia” scriveva: “Inter caecos regnat strabus” tra i ciechi comanda sempre lo strabico-!
Oggi, un fenomeno diffuso che riguarda la vista è la “amaurosi fugace”, il fatto, cioè, che spesso sia un solo occhio a leggere la realtà.
Adesso, applicate questi elementi alla lettura che la politica offre dell’Anno Domini 2023 in Abruzzo.
Un’analisi, decisamente oggettiva, dice che, per quanto riguarda la sanità, il 2023-ma in questo caso la storia non si interrompe e si protrae al 2024 e 2025- va considerato: “annus horribilis”.
In questo caso però, la politica è affetta da “amaurosi-oscuramento-funzionale” e passa oltre.
Per quanto riguarda, invece, l’economia della regione, il 2023 rappresenta un “annus mirabilis”, decisamente meraviglioso!
Ora, nella Bibbia, Giosuè, in viaggio verso la terra promessa-10,1 20-, aveva chiesto al Signore di fermare il tempo.
Oggi la politica chiede lo stesso miracolo all’Istat!
“Abruzzo, una Regione che cresce: Marsilio all’evento a THEAmbrosetti traccia la visione di sviluppo” Reg-flash, 12 giugno 2025.
“Meeting Ambrosetti -Il Report “Abruzzo, uno sprint economico: cresce il triplo del resto d’Italia” ( Il Centro, venerdì 13 giugno 2025).
Quasi due secoli fa, l’ingenuo Carlo Marx, nel “Manifesto del Partito Comunista” e nella “ Ideologia tedesca” sosteneva che le idee dominanti sono quelle della classe dominante.
L’immaturità del tempo, non gli aveva, però, consentito di capire che le idee dominanti sono quelle della “comunicazione dominante”.
Guardiamo, ora, la prima scheda dell’allegato al comunicato presidenziale.
Analizziamo i numeri del Pil pro capite 2023 e dell’export 2024.
Il Report Istat del 28 gennaio 2025, a p.1,fissa per l’Abruzzo e la Sicilia il maggior incremento del Pil in volume = +2,1%.
Scrive a p.4: “ Nel 2023 l’Abruzzo è la regione del Mezzogiorno con un Pil per abitante più alto (31 mila euro)…”
A p.73 del Rapporto Annuale sull’economia dell’Abruzzo della Banca d’Italia (Giugno 2024) si legge:
2022 Pil 34.486.000.000, Pil pro capite 27.023 €
A p.55 del Report – L‘economia dell’Abruzzo- rapporto annuale-giugno 2025, sempre di Bankitalia è scritto:
2023 Pil 39.419.000.000, Pil pro capite 31.012.
Allora, il prodotto interno lordo dell’Abruzzo è cresciuto in un anno di 5 miliardi di euro e il più pro capite di oltre 4000 €?
Peccato che nel delirio autocelebrativo, che l’opposizione, colpevolmente, non coglie, non si dica che non parliamo di Pil reale, ma di Pil nominale.
Qual è la differenza?
Il Pil nominale valuta la produzione a prezzi correnti, mentre il Pil reale la valuta a prezzi costanti, il che vuol dire che il Pil nominale non è, assolutamente, certificazione incontestabile della crescita economica.
Cosa manca?
L’aggiustamento da Pil nominale a Pil reale con la funzione del deflatore, cioè della quota dell’aumento del prodotto interno lordo attribuibile all’inflazione.
Infatti il deflatore misura il livello corrente dei prezzi rispetto ad un anno base e questo descrive la dinamica reale dell’economia perché una forte crescita del Pil nominale potrebbe nascondere il fatto che tutto cresce per variazione dei prezzi e non per aumento delle quantità prodotte.
Un altro elemento che andava chiarito, ma non è stato fatto, è che esiste una grande differenza tra il Pil pro capite e il reddito pro capite, cioè la valutazione del tenore di vita medio dei residenti e del potere d’acquisto degli abruzzesi, in sintesi, del loro benessere materiale.
Così, di fronte ad un Pil pro capite di 31.000 euro, il reddito pro capite degli abruzzesi è di 19.768 €.
Volete una conferma di quanto sia ingannevole scambiare la valutazione del Pil pro capite con quella del reddito pro capite?
Eccola!
In Umbria, Pil pro capite 30.500 €, reddito pro capite 21.636.
Quindi, i cittadini umbri, pur con un Pil pro capite inferiore, hanno maggiore benessere materiale.
Altro esempio:
Sardegna pil pro capite 26.300 € , – 3700 € rispetto all’Abruzzo, reddito soltanto -704 €!
Passiamo ora al +12,4% dell’export abruzzese 2024.
A pagina 5 del FLASH ISTAT, 11 marzo 2025- IV trimestre 2024- Esportazioni delle regioni italiane- trovate questi numeri:
Abruzzo 2022 valori. 8.864.000.000, +2,1 rispetto al 2021,
2023 valori 10.047.000.000, +13,3 rispetto al 2022,
2024 valori 9.485.000.000, -5,6 rispetto al 2023.
Donde nasce il +12,4 nel 2024?
È vero che il settore farmaceutico ha un effetto trainante sull’export, però sarebbe opportuno non considerare le percentuali, bensì i valori reali.
Adesso, ricordando a tutti che siamo nel 2025 e che soprattutto nel settore fondamentale dell’export, quello dei mezzi di trasporto, dal secondo semestre 2024 si è avviato un processo di crisi che appare irreversibile, guardate i numeri dell’export delle attività manifatturiere fino al 2023 e allacciate le cinture di sicurezza perché di fronte a quelle che sembrano: “magnifiche sorti e progressive” come diceva Leopardi ne “ La ginestra,”Non so se il riso o la pietà prevale”!
Ma su tutto questo, l’opposizione non ha nulla da dire?
Alla prossima!