Agricoltura, manca il 40% del fabbisogno di concimi

In Italia in questo momento manca circa il 40% del fabbisogno di concimi per le campagne primaverili e per questo motivo si stanno studiando soluzioni alternative per salvare le principali colture italiane, dal grano al mais, fino alle colture orticole più bisognose di concimazione come, ad esempio, patate e pomodoro. A darne notizia è il Cai – Consorzi Agrari d’Italia, sono il caro energia e i prezzi alle stelle dei prodotti dovuti anche alla guerra in Ucraina. In questo momento si registra un sostanziale blocco delle esportazioni da parte dei Paesi più vocati alla produzione di fertilizzanti. L’Italia importa il 70% circa di concimi minerali (azotati, fosfatici, potassio), con l’Egitto che da sola rappresenta poco meno del 50% delle importazioni, seguito da Ucraina (10-15%), Algeria, Libia, Turchia, Marocco, Bielorussia e Russia. Più contenuti i problemi per i fertilizzanti organici e organominerali, invece, la cui produzione nazionale arriva a coprire il 90% del fabbisogno. I prezzi dei concimi non tendono affatto a diminuire, come avviene ormai da settembre: l’urea supera i 1000 euro a tonnellata (l’anno scorso, di questi tempi, si aggirava intorno a 350 euro a tonnellata), il nitrato ammonico raggiunge quota record di 1000 euro euro a tonnellata, il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 350 euro a tonnellata, mentre i concimi a contenuti di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro a tonnellata. Da marzo e fino a fine maggio gli agricoltori provvedono a concimare le colture per ottenere prodotti di grande qualità.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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