Bankitalia taglia la stima sul Pil e prevede inflazione in caduta

Inflazione finalmente in decisa frenata, con la stima che andrà sotto il fatidico obiettivo del 2% nei prossimi tre anni segnando, almeno nel nostro paese. Il quadro che delinea la Banca d’Italia nell’esercizio condotto nell’ambito dell’Eurosistema, aggiorna le sue previsioni dello scorso ottobre con meno inflazione e un Pil meno brillante: nel dettaglio l’economia salirà dello 0,7% quest’anno a causa del ristagno degli ultimi mesi e dello 0,6% nel 2024. A ottobre la stima per il 2024 era di +0,8% mentre a luglio si prevedeva +1,3%. Per fortuna nel 2025 e 2026 è ora previsto un rimbalzo dell’1,1% ogni anno grazie all’espansione dei consumi delle famiglie e alla ripresa dell’export. Ci sarà anche la spinta delle misure contenute nella manovra di bilancio per il 2024-26, e dei fondi del Next Generation Ue e del Pnrr. Un po’ di ossigeno per un paese come il nostro dove il debito ha toccato l’ennesimo record di 2.868 miliardi di euro e che appunto ha bisogno di una crescita del Pil affinchè questo possa essere, se non ridotto, quantomeno reso sostenibile. Gli indicatori sul deficit e del rapporto debito/pil sono sempre scrutati con attenzione dai mercati internazionali e dai sottoscrittori, italiani e stranieri, del debito pubblico. Come ha ribadito il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, “qualsiasi tipo di azioni che fa il governo deve ispirare credibilità, serietà perché ogni due settimane soggetti finanziari internazionali comprano il nostro debito e noi paghiamo di più o di meno in base alla affidabilità che abbiamo generato”. Nei prossimi mesi e anni la discesa dei rendimenti in corso sui mercati internazionali aiuterà il Tesoro a pagare meno interessi sui titoli di Stato e tuttavia verrà meno, fino a terminare, il supporto della Bce tramite il programma Pepp di acquisti che si chiuderà a fine 2024. E se il rallentamento economico è in corso, la dinamica dei prezzi in Italia, così come in Europa, segna il passo. Un calo segnalato anche dalla Bce e dalla sua presidente Christine Lagarde, che tuttavia ha più volte ribadito di non voler per questo abbassare la guardia non sbilanciandosi su eventuali tagli ai tassi il prossimo anno. Però nel nostro paese la vittoria contro l’inflazione sembra a portata di mano. Certo inciderà la discesa dei prezzi delle materie prime, rileva la Banca d’Italia, e una moderazione salariale. Gli ultimi dati sono appunto incoraggianti. A novembre l’Istat certifica un’inflazione di +0,7% contro il +1,7% del mese precedente e per i prossimi tre anni, secondo Via Nazionale, la crescita dei prezzi si manterrà sotto il fatidico 2% segnato come obiettivo dalla banca di Francoforte. Un altro aspetto positivo arriva dall’occupazione. In forte aumento nel 2023, continuerebbe a crescere, sebbene a ritmi pari a circa la metà di quelli del prodotto, prevede Via Nazionale. Il tasso di disoccupazione scenderebbe lentamente portandosi poco sotto il 7,5 per cento nel 2026.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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