Cgia, per Reddito di cittadinanza e quota 100 si spendono 12,3 miliardi

Tra il reddito, la pensione di cittadinanza e “quota 100”, nel 2020 e’ prevista una spesa di 12,3 miliardi, il 64% in piu’ della misura economica anticrisi annunciata nei giorni scorsi dal Governo che sara’ pari a 7,5 miliardi. Dalla Cgia fanno sapere che l’annuncio dato l’altro ieri dal Governo di portare fino a 7,5 miliardi il decreto per contrastare gli effetti negativi del coronavirus va salutato positivamente, anche se gli interventi che verranno messi in campo sono rivolti solo a contenere la crisi, mentre nulla e’ stato previsto per “aggredire” la recessione economica ormai alle porte. “Se da un lato il mondo produttivo chiede a gran voce una importante manovra espansiva – afferma il segretario della Cgia, Renato Mason – in grado di rilanciare i consumi e la domanda interna, dall’altro il Governo affronta la crisi solo con misure di contenimento che sono certamente importanti, anche se bisognerebbe integrarle con un importante piano di investimenti a medio-lungo termine. Per questo invitiamo l’esecutivo a sbloccare le grandi opere pubbliche gia’ finanziate o fermate dall’ eccessiva burocrazia, mutuando il successo che sta avendo il metodo Genova. Senza dimenticare che e’ necessario che la nostra Pubblica Amministrazione torni a pagare i debiti commerciali maturati con i propri fornitori”. Dalla Cgia, inoltre, segnalano che per l’anno in corso le politiche attive del mercato del lavoro costeranno 17 miliardi di euro. Risorse che in gran parte sono gestite dalle Regioni. Vista la situazione che si profila da qui a breve, gli artigiani mestrini ritengono che sarebbe forse opportuno dirottare una parte di queste risorse verso interventi che sono in grado di creare nuovi posti di lavoro – attraverso la cantierizzazione delle opere pubbliche – anziche’ sostenere iniziative volte a trovare un’occupazione a chi non ce l’ha, che con la crisi in arrivo difficilmente riuscira’ a trovare un lavoro. La necessita’ di tornare ad investire massicciamente nelle infrastrutture e’ una priorita’ riconosciuta da tutti. Secondo i dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), ad esempio, il deficit di competitivita’ del nostro sistema logistico-infrastrutturale ci costa 40 miliardi di euro all’anno. A detta della Sace (gruppo Cassa Depositi e Prestiti), questo gap con gli altri competitori europei ci fa perdere 70 miliardi di euro di export ogni anno. Importi, ovviamente, che non si possono sommare, ma che danno la dimensione dell’arretratezza delle grandi reti di trasporto e di logistica presenti nel nostro Paese. La Cgia tiene comunque a precisare che oltre alla realizzazione delle grandi infrastrutture materiali e immateriali abbiamo bisogno di eseguire anche moltissimi interventi “minori” che sono pero’ indispensabili per la messa in sicurezza di tante aree del Paese. L’associazione ricorda, infatti, che: l’88% dei quasi 8.000 Comuni italiani ha almeno un’area classificata a elevato rischio idrogeologico; il 40% circa delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica e’ ubicato in zone ad elevato rischio sismico; su 6.000 opere monitorate dalle Province (gallerie, ponti, viadotti, etc.) quasi 2.000 necessitano di interventi urgenti; il 38% circa dell’acqua trasportata dal sistema idrico pubblico si perde per strada a causa dell’elevato livello di deterioramento della rete

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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