Consumi, si conferma il progressivo spostamento di quote di spesa dal Sud al Nord

Il Pil cresce nel 2023, ma per i consumi si dovrà attendere la fine del prossimo anno e l’occupazione non torna, per ora, ai livelli del 2019. E rimangono, profonde, le differenze tra Nord e Sud Italia. Queste le analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio, nella relazione presentata oggi all’Assemblea annuale della confederazione, che prevede che nel 2022 la crescita reale del Pil si attesterà intorno al 2,5%: una dinamica compressa da un’inflazione, per quest’anno in media attorno al 6,5%. Nel 2023 il prodotto dovrebbe mantenersi in linea con la crescita dell’anno scorso e permettere di recuperare i livelli di attività economica registrati nella media del 2019. Non così per i consumi, invece, che vedranno un ritorno ai livelli prepandemici solo alla fine del prossimo anno, ammesso che le tensioni geopolitiche attuali si risolvano entro il prossimo autunno. Procede piano anche l’occupazione: a livello nazionale, nel 2020 la contrazione degli occupati ha sfiorato i 2,5 milioni di unità e la crescita attesa di circa 2 milioni di unità, nel biennio 2021-22, non consentirà di recuperare i livelli occupazionali del 2019.

Un altro dato che emerge dall’analisi dell’ufficio studi riguarda infatti le profonde differenze che ancora disegnano la fisionomia della penisola. Per i consumi si conferma il progressivo spostamento di quote di spesa dal Sud al Nord: in valore assoluto, nel 2022 i consumi pro capite al Sud sono pari a 15.100 euro contro gli oltre 21mila euro del Nord e i 19.800 euro del Centro. Ma anche per quanto riguarda il Pil le distanze sono importanti: nel 2022 il prodotto pro capite al Sud è quasi la metà di quello del Nord: 20.900 euro contro i 38.600 euro del Nord-Ovest e i 37.400 euro del Nord-Est. A preoccupare maggiormente Confcommercio è però il calo demografico. Stesso discorso anche sul capitolo occupazione: la variazione cumulata tra il 1996 e il 2019, a fronte di una media nazionale del +6,5%, registra andamenti decisamente brillanti del Nord-Est (+13%) e del Centro (+12,6%) e una contrazione di quasi tre punti nel Mezzogiorno (-2,7%), “maglia nera” per Calabria (-8,5%) e Campania (-5,8%).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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