Cultura, il sistema produttivo creativo vale 84,6 miliardi

Nonostante il difficile anno trascorso, la filiera culturale e creativa si conferma comunque centrale all’interno delle specializzazioni produttive nazionali, grazie a 84,6 miliardi di euro di valore aggiunto prodotti e poco meno di 1,5 milioni di persone occupate; valori che, rispettivamente, incidono per il 5,7% e 5,9% di quanto complessivamente espresso dall’intera economia italiana e una capacità moltiplicativa pari a 1,8 (per un euro prodotto se ne generano 1,8 nel resto dell’economia) che sale a 2,0 per il patrimonio storico e artistico e a 2,2 per le industrie creative. Complessivamente il Sistema Produttivo Culturale e Creativo evidenzia un moltiplicatore per il 2020 pari a 1,8. L’intera filiera culturale costituita ha quindi un valore aggiunto di 239,8 miliardi di euro (84,6 mld + 155,2 mld).  Gli effetti negativi della crisi sanitaria hanno interessato con forza il sistema produttivo culturale e creativo: la ricchezza prodotta dalla filiera si è ridotta del -8,1% contro il -7,2% medio nazionale; anche l’occupazione è scesa notevolmente, stante una variazione del -3,5% (-2,1% per l’intera economia italiana). In entrambi i casi, le attività core hanno sofferto maggiormente, con una contrazione che, rispettivamente, si è attestata al -9,3% e -4,8%. Sono questi alcuni dei dati principali che emergono dal rapporto “Io sono cultura”, realizzato da Fondazione Symbola, Unioncamere, insieme a Regione Marche e Credito Sportivo, che annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. E per quest’anno ha un titolo significativo: “L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”. Nonostante l’impatto della crisi – si scopre ancora nel rapporto – alcuni comparti culturali e creativi hanno comunque mostrato segnali di tenuta generale. In particolare, le attività di videogiochi e software, pur registrando una leggera riduzione degli occupati (-0,9%), hanno aumentato la ricchezza prodotta del +4,2%, anche per via della spinta al digitale e all’home entertainment che i vari lockdown succedutesi hanno prodotto. Al contrario, una crisi generalizzata sembra aver interessato le attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico e le performing arts, come noto duramente colpite dalle misure restrittive e di contenimento. Il comparto del Patrimonio storico e artistico ha registrato una contrazione del -19,0% relativamente alla ricchezza prodotta e del -11,2% in termini occupazionali; peggio ancora per le performing arts, rispettivamente scese del -26,3% e del -11,9%.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Dichiarazione dei redditi precompilata, c’è tempo fino al 30 settembre

La dichiarazione dei redditi di quest’anno, il 730 semplificato i cui modelli saranno disponibili online …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *