Istat, crisi natalità in coppie italiane: 12mila bimbi in meno 

L’Italia è sempre più un paese popolato da anziani. Calano infatti le nascite, con 100mila nuovi bambini in meno in otto anni. Aumentano le donne senza figli e anche il numero di quelle con un solo bimbo. E, seppur lievemente, diminuiscono anche i nati da genitori stranieri. È la fotografia dell’Italia del 2016 presentata dall’Istat nel suo rapporto sulla ‘Natalità e fecondità della popolazione residente’. L’istituto di statistica conferma che dal 2015 al 2016 sono nati 12 mila bambini in meno e, nell’arco di 8 anni (dal 2008 al 2016), le nascite sono diminuite di oltre 100 mila unità: a influire sono soprattutto le coppie italiane. Le donne di origine rumena, marocchina e albanese le più feconde anche se, dal 2012 diminuiscono, seppur lievemente (-7 mila), anche i nati con almeno un genitore straniero pari a poco più di 100 mila nel 2016 (21,2% del totale). Tra questi, a calare in maniera più accentuata sono i nati da genitori entrambi stranieri, che nel 2016 scendono per la prima volta sotto i 70 mila.CALANO LE NASCITE – Secondo il rapporto Istat, i nati da coppie di genitori entrambi italiani scendono a 373.075 nel 2016 (oltre 107 mila in meno in questo arco temporale). “Ciò avviene fondamentalmente per due fattori: le donne italiane in età riproduttiva sono sempre meno numerose e mostrano una propensione decrescente ad avere figli”, spiegano gli esperti. La fase di calo della natalità avviatasi con la crisi è caratterizzata da una diminuzione soprattutto dei primi figli, passati da 922 del 2008 a 227.412 del 2016 (-20% rispetto a -16% dei figli di ordine successivo). La diminuzione delle nascite registrata dal 2008 è da attribuire interamente al calo dei nati all’interno del matrimonio: nel 2016 sono solo 331.681 (oltre 132 mila in meno in soli 8 anni). Questa importante diminuzione è in parte dovuta al contemporaneo forte calo dei matrimoni, che hanno toccato il minimo nel 2014, anno in cui sono state celebrate appena 189.765 nozze (57 mila in meno rispetto al 2008).Allo stesso tempo, diminuiscono, seppur lievemente (-7 mila), anche i nati con almeno un genitore straniero. Tra i nati stranieri, al primo posto si confermano i bambini rumeni (15.417 nel 2016), seguiti da marocchini (9.373), albanesi (7.798) e cinesi (4.602). Queste quattro comunità rappresentano il 53,6% del totale dei nati stranieri.L’incidenza delle nascite da genitori entrambi stranieri invece è notoriamente molto più elevata nelle regioni del Nord (circa 20,8%), dove la presenza straniera è più stabile e radicata e, in misura minore, in quelle del Centro (16,9%), secondo i dati dell’Istat; nel Mezzogiorno l’incidenza è molto inferiore rispetto al resto d’Italia (5,7% al Sud e 5,1% nelle Isole). Nel 2016 è di cittadinanza straniera circa un nato su quattro in Emilia-Romagna, quasi il 22% in Lombardia, circa un nato su cinque in Piemonte, Veneto, Liguria e Toscana. La percentuale di nati stranieri è decisamente più contenuta in quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, con l’eccezione dell’Abruzzo dove supera il 10%.CALA LA FERTILITA’ – Aumenta il numero delle donne senza figli ma anche il numero di quelle con un solo bimbo. Il numero medio di figli per donna scende a 1,34 (1,46 nel 2010) . Le donne italiane hanno in media 1,26 figli (1,34 nel 2010), le cittadine straniere residenti 1,97 (2,43 nel 2010). La ‘colpa’ del calo negli ultimi otto anni è per quasi tre quarti dell’età delle donne: le donne italiane in età riproduttiva sono sempre meno numerose. La restante quota dipende invece dalla diminuzione della propensione ad avere figli. Osservando le generazioni, il numero medio di figli per donna in Italia continua a decrescere senza soluzione di continuità. Si va dai 2,5 figli delle donne nate nei primissimi anni Venti (cioè subito dopo la Grande Guerra), ai 2 figli per donna delle generazioni dell’immediato secondo dopoguerra (anni 1945-49), fino a raggiungere il livello stimato di 1,44 figli per le donne della generazione del 1976.AUMENTANO I MATRIMONI – Dal 2015 i matrimoni hanno ripreso ad aumentare (+4.612 rispetto all’anno precedente) e la tendenza si è accentuata nel 2016 (+9 mila), anno in cui è stata di nuovo superata la soglia delle 200 mila celebrazioni. Anche la propensione al primo matrimonio, da anni in diminuzione, mostra, una lieve ripresa a partire dal 2015. Nel 2016 il tasso di primo-nuzialità maschile arriva a 449,6 per mille (da 421,1 nel 2014) e quello femminile a 496,9 per mille (da 463,4 nel 2014). Il legame tra nuzialità e natalità è ancora molto forte nel nostro Paese (nel 2016 il 70% delle nascite avviene all’interno del matrimonio); ci si può quindi attendere nel breve periodo un ridimensionamento del calo delle nascite dovuto al recupero dei matrimoni. Secondo i dati provvisori dell’Istat riferiti al periodo gennaio-giugno 2017, i nati sono solo 1.500 in meno rispetto allo stesso semestre del 2016. Si tratta della diminuzione più contenuta dal 2008.In un contesto di nascite decrescenti quelle che avvengono fuori del matrimonio sono in aumento: 141.757 i nati da genitori non coniugati nel 2016, oltre duemila in più rispetto al 2015. Il loro peso relativo è più che triplicato rispetto al 1995 e raggiunge il 29,9% nel 2016. La quota più elevata di nati da genitori non coniugati si osserva nel Centro (35,6%), seguito dal Nord-est (33,7%). Tra le regioni del Centro spicca la Toscana (37,1%), mentre tra le regioni del Nord la proporzione più alta di nati fuori dal matrimonio si registra nella Provincia autonoma di Bolzano (47,3%, il valore più alto a livello nazionale). Sud e Isole presentano incidenze di nati fuori dal matrimonio molto più contenute, con le percentuali più basse in Basilicata (18,4%) e Calabria (18,8%). Il valore della Sardegna (37,4%) supera invece la media del Centro-Nord. Se consideriamo solo i nati da genitori entrambi italiani, quasi un nato su tre ha genitori non coniugati, con una distribuzione territoriale sostanzialmente analoga a quella del totale dei residenti.I NOMI PIU’ DIFFUSI – Francesco e Sofia sono i nomi più diffusi tra i neo genitori italiani. Adam e Sofia si chiamano invece i bimbi di neo genitori stranieri residenti in Italia. A livello nazionale si conferma il primato del nome Francesco che si è rafforzato tra il 2013 e il 2014 in seguito, verosimilmente, alla elezione del Sommo Pontefice. Il secondo nome più frequente è Alessandro, seguito da Leonardo. Sofia, Aurora e Giulia si confermano i nomi più diffusi tra le bambine, con frequenze che distanziano decisamente tutti gli altri nomi femminili.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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