La fotografia della Pubblica Amministrazione in Italia

Negli ultimi due anni (2015-2017) si colgono i segnali di una ripresa dell’occupazione dipendente nella Pubblica amministrazione. L’occupazione, infatti, è aumentata complessivamente dell’1,1% (+0,9% per il tempo indeterminato e +2,2% per quello a termine). E’ la fotografia scattata dall’Istat nel Censimento permanente delle Istituzioni pubbliche 2017. Al 31 dicembre 2017 sono state censite 12.848 istituzioni pubbliche, presso le quali prestano servizio 3.516.461 unità di personale, di cui 3.321.605 dipendenti (pari al 94,5% del totale). Il restante 5,5% del personale in servizio – circa 195mila unità – è rappresentato da personale non dipendente, ovvero occupato con altre forme contrattuali (collaboratori coordinati e continuativi o a progetto, altri atipici e temporanei).

Considerando la distribuzione del personale in servizio nella Pubblica amministrazione, oltre la metà di quello dipendente (54,6%) è concentrato nell’Amministrazione centrale, che comprende, tra gli altri, il personale delle scuole statali e delle forze armate e di sicurezza . Il 19,8% dei dipendenti pubblici è occupato nelle Aziende o Enti del Servizio sanitario nazionale, l’11,3% nei Comuni (i quali rappresentano quasi i due terzi delle istituzioni pubbliche). Le altre forme giuridiche assorbono il restante 14,4% di dipendenti. In relazione al tipo di contratto, il personale in servizio si articola in 3.023.901 dipendenti a tempo indeterminato (pari all’86,0% del totale del personale occupato nelle istituzioni pubbliche), 297.704 dipendenti a tempo determinato (pari all’8,5%) e 194.856 non dipendenti (5,5%). I dipendenti a tempo determinato rappresentano il 10,1% del personale in servizio presso le Amministrazioni dello Stato. Valori superiori alla media (8,5%) si rilevano anche nelle Province e città metropolitane (13,9%) e nelle Comunità montane e unioni dei comuni (11,1%). I dipendenti a tempo determinato hanno il peso relativo minore presso le Università, caratterizzate da una quota rilevante di personale non dipendente (41,8% del personale in servizio). Quanto al genere, le donne occupate nella pubblica amministrazione sono 2 milioni e rappresentano la componente maggioritaria, con una quota pari al 56,9%% del personale in servizio. La più elevata presenza di donne si registra negli enti del Sistema sanitario nazionale (SSN) con il 65,9%, il valore più basso nelle Regioni (48,3%) e Università pubbliche (49,6%). Analizzando le tipologie contrattuali, la quota maggiore di tempi determinati si riscontra tra le donne (9,4% contro 7,2%). A livello territoriale, oltre il 45% delle unità locali si trova nelle regioni del Nord, anche in conseguenza dell’elevato numero di comuni presenti in Lombardia e Piemonte. La presenza femminile tra gli occupati della PA è nettamente superiore nelle regioni del Nord (63,7% nel Nord-ovest e 62,5% nel Nord-est a fronte del 56,9% della media nazionale), nelle quali si rileva anche una quota superiore alla media di personale non dipendente. Per i tempi determinati, fatta eccezione per valori molto elevati a Bolzano/Bozen (18,4%) e Trento (13%), non si rileva una particolare caratterizzazione territoriale. Per quanto riguarda il personale delle Forze armate, di sicurezza e Capitanerie di porto, rilevato per la prima volta in occasione del censimento permanente riferito al 2015, si tratta di circa 477 mila dipendenti, di cui oltre 36 mila donne (pari al 7,6%) e circa 33 mila dipendenti a tempo determinato (6,9%). A livello territoriale, sono l’Abruzzo (11,8%) e alcune regioni del Centro-nord a registrare le quote maggiori di dipendenti donne sul totale regionale, in particolare Liguria (9,6%), Valle d’Aosta (9,0%) e Toscana (8,9%). Per i dipendenti a tempo determinato le quote più elevate si hanno nei territori a statuto speciale di Valle d’Aosta, Bolzano/Bozen e Friuli Venezia Giulia.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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