L’economia dei dati in Italia vale 34,3 miliardi di euro

L’economia dei dati in Italia vale 34,3 miliardi di euro, un valore che – secondo i dati di uno studio realizzato da The European House su incarico di Tim – posiziona il nostro Paese al terzo posto dietro Francia (50,3 miliardi) e Germania (102,1 miliardi), ma il suo peso raddoppiera’ e con la diffusione della banda ultra larga si potrà giungere al traguardo di 78,4 miliardi di valore all’anno nel 2030, con una quota crescente del suo peso sul Pil dal 3 al 4,1 per cento. Un ruolo chiave lo avra’ il Cloud, anche questo tra i cardini del piano Colao per la transizione digitale in Italia che vuole andare oltre al dibattito sulla Rete Unica e concentrarsi sulla qualita’ della connessione. “L’appassionante di battito sulla Rete unica lo lascio ad altri”, ha tagliato corto il ministro Vittorio Colao. Il mio compito e’ assicurare che al 2026 l’Italia abbia la fibra dappertutto, abbiamo un obiettivo di copertura ed uno di equita’, poi su come si fara’ ci saranno delle gare”, ha aggiunto.

Le imprese vedono qualche criticita’, tra queste la mancanza di competenze digitali, la ridotta propensione allo scambio dati e l’assenza di standard comuni. Ma Colao rassicura, il piano procede come da tabella di marcia. “Sono contento di come sono andati questi 6 mesi, abbiamo fatto un ‘tagliando’ di tutte le iniziative. Insieme all’Agenzia per la Cybersicurezza verranno presentate le policy per la classificazione dei dati per i data center e le regole di Cloud first per la pubblica amministrazione e “per il PSN (Polo strategico nazionale del Cloud), contiamo di ricevere manifestazioni di interesse entro la fine dell’estate”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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