Quasi 8 italiani su 10 esprimono un giudizio abbastanza o molto negativo sulla situazione economica del Paese; 4 su 10 ritengono che la situazione economica della loro famiglia peggiorerà nei prossimi mesi. Il dato che preoccupa forse di più è questo: 1 su 4 ha difficoltà ad arrivare a fine mese o si considera povero; inoltre, quasi 6 italiani su 10 ritengono possibile che l’aumento delle disuguaglianze di reddito provocherà ondate di protesta contro i ricchi e i privilegiati. Sono queste, in sintesi, le principali evidenze che emergono dal Report “FragilItalia”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione. Per quanto riguarda la percezione sulla situazione economica del Paese, negativa per il 78% degli intervistati, rispetto ad un anno fa il dato rimane sostanzialmente stabile, al 47%, la percentuale di chi esprime un giudizio abbastanza negativoe cresce di 14 punti percentuali la quota di giudizi molto negativi, che passa dal 17% di un anno fa al 31%. Il 34% dichiara di avere difficoltà ad andare dal dentista (il 68% nel ceto popolare), il 32% ad andare in vacanza (52% nel ceto popolare), il 22% ad acquistare regolarmente scarpe o capi di abbigliamento nuovi (43% nel ceto popolare), il 18% a cambiare gli occhiali. Da registrare, però, una quota del 35% che dichiara di non avere difficoltà ad affrontare questi tipi di spesa. Il sondaggio di Legacoop Ispos ha indagato anche la percezione delle soglie di reddito individuale che determinano una condizione di povertà e la composizione della “piramide sociale” del Paese. Riguardo al reddito, per un 28% è da considerare povera una persona che vive da sola con un reddito inferiore a 1.000 Euro al mese e per un altro 28% con un reddito inferiore agli 800 euro. Ma c’è anche una percentuale rilevante, il 26%, che fissa questa soglia a 1.200 Euro. Una fotografia che si riflette anche nella percezione relativa alla “piramide sociale” del Paese, definita sulla base della valutazione espressa dagli intervistati riferendosi al loro reddito e alle condizioni di vita. Il sondaggio si è poi concentrato su alcuni aspetti particolarmente sensibili sul piano di possibili tensioni sociali. Ad iniziare dalla paura di perdere il posto di lavoro, espressa dal 44% degli intervistati (il 32% abbastanza, l’11% molto), che sale al 67% nel ceto popolare. Chiara, inoltre, la percezione, espressa dall’81% degli intervistati, di un incremento della povertà (che dal 18% è giudicato molto rilevante) nella propria città o nel proprio comune di residenza
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