L’inflazione nell’Eurozona resta stabile al 5,3%

L’inflazione nell’Eurozona non arretra ad agosto ma resta stabile al 5,3%, la Banca centrale europea avverte che le prospettive restano “altamente incerte”. Per adesso i membri del board esecutivo della Bce non si sbilanciano sui nuovi rialzi, ma non nascondono la situazione.

Se le prospettive di crescita sono più deboli di quanto la Banca centrale prevedesse a giugno, non ci sarà “una recessione profonda o prolungata”, assicura Schnabel. Più che il rallentamento dell’economia, alla Bce interessano gli sviluppi dell’inflazione di fondo. E il quadro non dà ancora alcun conforto. “L’inflazione complessiva è scesa”, ma “le pressioni di fondo sui prezzi rimangono ostinatamente elevate, con i fattori interni che ora rappresentano i principali motori dell’inflazione nell’area euro. Pertanto, una politica monetaria sufficientemente restrittiva è fondamentale per riportare l’inflazione al nostro obiettivo del 2% in modo tempestivo”. Dai verbali della riunione del board del 27 luglio, emerge che il target è stato spostato al 2025, perché raggiungerlo nell’ultimo trimestre del 2024 non è fattibile, se non comprimendo l’economia più del necessario, una mossa che nessuno del board vuole azzardare. Ma in questa situazione molto delicata sorge un altro rischio, che i verbali della Bce portano alla luce: con le prospettive di inflazione ancora elevate, e quelle di crescita più deboli, i membri del board temono che l’economia possa entrare in una fase di stagflazione, invece di un atterraggio morbido (soft landing). Anche per questo, nonostante l’austriaco Holzmann continui a chiedere un rialzo e il portoghese Centeno una pausa, i giochi su settembre sono ancora aperti: “Prima di decidere di interrompere il ciclo di inasprimento, il Consiglio direttivo ha bisogno di segnali più chiari sulla convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo”. Segnali che potrebbero arrivare dai dati della prima settimana di settembre.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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