Pil in crescita dello 0,6 % nell’ultimo trimestre 2021

Nell’ultimo trimestre del 2021, il Pil ha registrato la quarta variazione congiunturale positiva dell’anno (+0,6 per cento) a sintesi di un apporto positivo della domanda interna al netto delle scorte (+0,7 punti percentuali) e delle scorte (+1,1 p.p.) e di un contributo negativo della domanda estera netta (-1,2 p.p.), determinato dal marcato aumento in termini congiunturali delle importazioni di beni e servizi in presenza di una stabilita’ delle esportazioni. Lo ha rilevato l’Istat nella nota mensile. La variazione del Pil acquisita per il 2022 e’ pari a 2,3 per cento. I consumi finali nazionali, dopo la forte crescita dei due trimestri precedenti, hanno segnato un aumento congiunturale modesto (+0,2 per cento) sostenuti dall’incremento della spesa delle AP (+0,7 per cento). In particolare, la spesa delle famiglie sul territorio economico e’ scesa dello 0,5 per cento, con un deciso calo degli acquisti per i beni durevoli (-5,3 per cento) e una flessione per i servizi (-0,7 per cento). Sono invece aumentate le spese in beni non durevoli (+1,0 per cento) e quelle in beni semi-durevoli (+0,7 per cento). Tra ottobre e dicembre, gli investimenti hanno registrato un forte incremento congiunturale (+2,8 per cento) sostenuti dall’aumento della spesa per abitazioni (+4,5 per cento) e di quella in fabbricati non residenziali (+3,1 per cento), in ulteriore accelerazione rispetto al positivo andamento dei precedenti trimestri. La fase di espansione degli investimenti ha coinvolto anche i prodotti di proprieta’ intellettuale (+3,7 per cento) e gli impianti, macchinari e armamenti (+1,1 per cento)

Dal lato dell’offerta, nell’ultima parte dell’anno, la crescita del valore aggiunto e’ stata trainata dalle costruzioni (+3,9 per cento) e, in misura piu’ contenuta, dall’industria in senso stretto (+0,4 per cento in rallentamento in confronto ai trimestri precedenti del 2021) e dai servizi (+0,4 per cento). A gennaio, a evidenziato l’Istat, si e’ registrata una decisa riduzione della produzione industriale (-3,4 per cento rispetto a dicembre) diffusa tra tutti i raggruppamenti: energia (-5,2 per cento), beni di consumo totale (-3,6 per cento), dei beni intermedi (-3,4 per cento) e beni strumentali (-1,6 per cento). Nel 2021, l’evoluzione del commercio estero italiano e’ rimasta agganciata al dinamismo della domanda mondiale. In media, le esportazioni in valore sono cresciute del 18,2 per cento e le importazioni del 24,7 per cento, spinte dal forte incremento dei prezzi. Lo scorso anno, gli scambi in valore sono stati caratterizzati dal significativo aumento di quelli in beni energetici (+74,5 per cento la variazione rispetto al 2020 per i flussi in entrambe le direzioni). Nel corso del 2021, il disavanzo energetico si e’ notevolmente ampliato e le importazioni energetiche in valore sono arrivate a rappresentare il 11,6 per cento del totale degli acquisti italiani dall’estero. Le prospettive degli scambi e degli acquisti di beni energetici saranno influenzate fortemente dall’evoluzione, al momento molto difficile da prevedere, del conflitto in corso. La Russia nel complesso ha un ruolo modesto come fornitore di prodotti per l’Italia (3 per cento la quota sul totale delle importazioni) ma e’ determinante per l’approvvigionamento di materie prime, fornendo oltre il 40 per cento degli acquisti di gas dell’Italia dall’estero e oltre il 10 per cento dei prodotti petroliferi raffinati. Il mercato russo e’ inoltre una delle dieci principali destinazioni dell’export dei prodotti italiani dei settori dei mobili, abbigliamento e macchinari.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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