Due giovani italiani su 3 fruiscono di contenuti audiovisivi in modo illegale e 1 su 4 ne fruisce in solitudine. È quanto emerge dallo studio ”I giovani e l’audiovisivo, una relazione inedita ed eclettica” elaborato da Ipsos per conto di Univideo, l’associazione italiana che rappresenta gli editori audiovisivi, per indagare il rapporto tra l’offerta di contenuti audiovisivi e più in generale dell’home entertainment nel nostro Paese e la fruizione degli stessi da parte delle nuove generazioni sia dal punto di vista economico-industriale sia sotto il profilo socio-culturale L’analisi ha preso in esame il segmento della popolazione italiana compresa tra i 16 e i 25 anni: dai dati raccolti emerge uno scenario inedito sulla fruizione di prodotti audiovisivi da parte dei più giovani. Anzitutto è forte l’interesse verso i contenuti culturali e di intrattenimento, spesso incoraggiato anche dal passaparola, tra un consiglio dato di persona e una raccomandazione letta sui social. Si tende a fruire dei contenuti individualmente con modalità e device molto diversi tra loro. Risulta centrale per questa fascia di età la ricerca qualitativa del prodotto, a scapito della tipologia di fruizione, usufruendo a volte di servizi illegali. La ricerca infatti evidenzia come 2 ragazzi su 3 utilizzino copie/piattaforme pirata per guardare film e serie tv. Dal punto di vista sociologico le nuove generazioni appaiono dunque molto dinamiche e flessibili, si muovono con facilità e intelligenza cognitiva all’interno dell’ecosistema mediale, avendo chiari i propri interessi e consumi culturali, cercando informazioni dentro e fuori i media digitali. Il passaparola, on e offline, è un canale di informazione primario anche da parte di chi utilizza piattaforme illegali. La pirateria rimane una spina nel fianco dell’industria culturale e dell’home entertainment: a primeggiare nell’ecosistema illecito è lo streaming video, sia attraverso IPTV pirata sia mediante siti internet che permettono il collegamento a cyberlocker. Seguono il download di copie non ufficiali e l’acquisto di Dvd/Blu-ray/4K Ultra HD non originali. Parenti e amici (63%), Social Network (42%) e APP di messaggistica (22%) sono le fonti di informazione e di influenza privilegiate da parte di chi compie atti di pirateria. In generale tra i giovani prevale una valutazione poco critica rispetto al fenomeno illegale: chi pirata pur essendo consapevole di quello che fa, non sembra essere altrettanto consapevole dei danni economici e sociali causati dal proprio comportamento. In generale per gli intervistati l’esigenza principale è quella di riuscire a non essere limitati nell’accesso a contenuti di interesse, se poi si rimane nella legalità o si sconfina nell’illecito è un fatto secondario. Il contenuto è quindi ciò che conta di più per gli utenti più giovani: film e serie tv, selezionati prevalentemente per tipologia di genere, sono al primo posto delle preferenze, fruiti principalmente tramite SmartTV, Pc e Smartphone. Il 95% dei ragazzi ha dichiarato di non aver problemi ad accedere a contenuti audiovisivi a pagamento ma il 73% (7 giovani su 10) accede utilizzando credenziali di amici/parenti/colleghi. La tv generalista non affascina il mondo giovanile, invece il giudizio sull’offerta per i giovani della tv a pagamento è tendenzialmente positivo, il che si ripercuote positivamente anche sull’offerta delle sale, spesso poco frequentate per problemi più di carattere logistico che non per disaffezione reale.
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