Reddito di cittadinanza, 1,5 milioni di rapporti di lavoro attivati

Le persone che hanno beneficiato del reddito di cittadinanza e che sono state indirizzate ai servizi per il lavoro sono oltre 1 milione 800mila da marzo 2019 al 30 settembre 2021. Partendo da questo numero, stando ai dati di Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro), oltre un milione e mezzo rapporti di lavoro sono stati attivati “nonostante le limitate caratteristiche di occupabilità e nonostante nel periodo considerato per lunghi tratti il mercato del lavoro sia stato interessato dalle conseguenze della pandemia”. Di questi 1,2 milioni sono di nuova costituzione: circa 320mila beneficiari erano già occupati all’ingresso, ma poco meno della metà ha comunque attivato un nuovo posto di lavoro dopo l’assegnazione del reddito. Nello specifico, il 40% dei beneficiari della misura, circa 725mila persone, ha avuto almeno un rapporto di lavoro durante il periodo della misura e di questi quasi 550mila ne hanno attivato uno nuovo. Si tratta, per la precisione, di 546.598 unità, pari al 30,2% del totale e per loro si registrano complessivamente 1,214 milioni di nuovi rapporti di lavoro. Le maggiori difficoltà nell’intercettare nuova occupazione si rilevano per chi all’ingresso in misura era già più lontano dal mercato del lavoro: la quota di beneficiari scende dal 45,9% per gli individui più vicini al mercato del lavoro al 15,4% per quelli più lontani. “Attivare un rapporto di lavoro non significa uscire dalla povertà, non significa avere un impiego stabile” perché “la gran parte di questi rapporti è a tempo determinato, i 2/3 del totale”, spiega precisa il commissario straordinario di Anpal, Raffaele Tangorra, illustrando i dati. Dell’oltre 1 milione e 200mila rapporti avviati, infatti, il 63,6% risulta essere a tempo determinato, con una percentuale che per gli uomini arriva a interessare più di 2 rapporti su 3. Meno del 15% dell’occupazione risulta riconducibile, invece, a rapporti di lavoro permanente, quindi tempo indeterminato e lavoro in apprendistato.

Coloro indirizzati ai centri per l’impiego che hanno sottoscritto un Patto per il lavoro sono poco più del 40%. Questo segmento mostra un’incidenza maggiore di attivazione di rapporti di lavoro, rispetto a chi non ha sottoscritto il Patto, pari a un +10% a livello nazionale (nel Nord +20% e nel Mezzogiorno +2%). Tra coloro che erano senza un’occupazione nell’ultimo triennio l’incremento sale al 23% (con punte del 35% al Nord e di quasi il 20% nel Mezzogiorno).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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