Ripartono i concorsi pubblici

La ministra della P.a, Fabiana Dadone, interviene con un video su Facebook per rassicurare sui concorsi per diventare dipendenti pubblici. Lo Stato, promette la ministra, “avra’ una grande stagione” di reclutamento. Ma neppure i concorsi toneranno ad essere quelli di una volta: niente piu’ maxi-aule e orali in video-conferenza. Prima della pandemia in programma c’erano 150 mila assunzioni a partire da quest’anno, cosi’ da far fronte all’esodo di massa, causa pensionamenti: 500 mila uscite in tre anni. Calcolando che il turnover era tornato al 100% solo a novembre scorso, dopo anni di paletti. E’ difficile che il 2020 riesca a centrare il target ma saranno comunque decine di migliaia i posti messi a bando. Magari si riuscira’ a restare sulla tripla cifra: agguantando quota 100 mila ingressi. D’altra parte, solo nel dl Rilancio – tra scuola, sanita’ e giustizia – e’ previsto l’arruolamento di circa 36 mila nuove leve. Il decreto inoltre taglia i tempi con l’obiettivo di velocizzare le procedure e dimezzare la durata media di un corso, portandola da 18 a 8 mesi. Le prove saranno dislocate sul territorio e digitalizzate dalla A alla Z. Un restyling che riguarda, chiarisce Dadone, sia le selezioni in corso che quelle che verranno. Il ministero sta anche lavorando a ‘bandi tipo’ per venire incontro agli enti locali, che potrebbero incontrare piu’ ostacoli. E per cui e’ stato anche costruito un meccanismo per abbattere il vincolo che lega le entrate ai pensionamenti, liberalizzando le assunzioni, purche’ sostenibili a livello finanziario. Tutto questo avveniva sempre prima dell’emergenza. Tra le novita’ ci sara’, poi, la valutazione delle cosiddette competenze trasversali, come la capacita’ di fare squadra ma anche il “senso dello Stato”.
“Non e’ sufficiente fare una prova per entrare e rimanere 30 o 40 anni tranquilli in un posto di lavoro”, scandisce Dadone. A palazzo Vidoni, sede del dipartimento della Funzione pubblica, ci si concentra sul prossimo provvedimento in rampa di lancio: il dl semplificazioni. Dagli appalti agli altri tipi di procedimenti amministrativi, nel menu’ c’e’ una sburocratizzazione a 360 grandi della macchina pubblica, che tenga conto delle esigenze dettate dal virus ma anche della necessita’ di digitalizzare quanto piu’ possibile e di orientare gli investimenti verso il ‘verde’. Dalla richiesta da remoto del codice fiscale per i neonati alle colonnine di ricarica per le auto elettriche, i capitoli aperti sono tanti. E il ministero della P.a si propone come coordinatore degli input che arriveranno sui diversi fronti.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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