Sondaggio, due terzi degli italiani ritiene che i giovani avranno un futuro peggiore dei genitori

Quasi due terzi degli italiani ritengono che i giovani avranno un futuro peggiore rispetto a quello dei genitori. E’ quanto emerge dall’Osservatorio Europeo sulla sicurezza realizzato da Demos&Pi e dalla Fondazione Unipolis del Gruppo Unipol: il 76% degli intervistati ritiene che gli adolescenti di oggi abbiano un maggiore rischio di soffrire d’ansia o di depressione. I problemi di ordine economico continuano a rappresentare la priorità che il Governo nazionale dovrebbe affrontare secondo il 39% degli italiani interpellati.

I problemi di ordine economico rimangono i più sentiti in Italia (39%) e in Europa (37%). Il secondo posto del podio delle priorità ed emergenze è rappresentato, nel nostro Paese, dal cambiamento climatico (18%), a cui segue la qualità dei servizi (13%). Al quarto posto si posizionano l’inefficienza e la corruzione politica. Per quanto concerne le questioni economiche, come si legge nel Rapporto il grado di soddisfazione complessivo dei nostri concittadini circa l’andamento dell’economia nazionale risulta piuttosto basso (30% rispetto a una media europea del 35%). Più elevato è il dato relativo alla soddisfazione della situazione economica della propria famiglia (56% rispetto a una media europea del 55%), mentre solo 1 italiano su 3 (rispetto al 52% registrato in Europa) è soddisfatto delle opportunità di lavoro. Infine, il 65% degli italiani intervistati ritiene che i giovani di oggi avranno nel prossimo futuro una posizione sociale ed economica peggiore rispetto a quella dei loro genitori: è il dato più alto rispetto agli altri paesi europei. Gli italiani sono ampiamente negativi quando si tratta di prospettive dei giovani in termini di posizione sociale ed economica. I timori che destano maggiore apprensione negli italiani sono quelli riconducibili all’insicurezza globale (71%), ossia le paure riconducibili ad “ambiente e natura”, “sicurezza alimentare”, “guerre” e “globalizzazione”. A seguire le preoccupazioni legate all’insicurezza economica (48%), su tutte il timore di non avere abbastanza soldi per vivere (30%) e all’insicurezza legata alla criminalità (33%), tra le quali svetta la preoccupazione connessa alla criminalità organizzata (33%), in leggero calo rispetto all’anno scorso. Sebbene le dimensioni che alimentano l’indice sull’insicurezza legata alla criminalità siano caratterizzate da leggeri incrementi o decrementi, rimane molto elevata la percezione di un aumento dei reati. Il 72% degli intervistati continua a ritenere che la criminalità in Italia sia cresciuta rispetto a cinque anni fa e il 36% denuncia un aumento nella propria zona di residenza. La percezione dell’aumento della criminalità, sia nel contesto nazionale che locale, in un solo anno, è aumentata rispettivamente di 8 e 10 punti.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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