Ufficio parlamentare di bilancio, previsto un rimbalzo del Pil del 4,3%

Nel 2020 il Pil e’ sceso meno del previsto, ma il 2021 non si annuncia comunque un anno facile. La ripresa ci sara’, inevitabile grazie alla ripartenza delle attivita’ rispetto ai lockdown dello scorso anno, ma non avra’ probabilmente la portata attesa dal governo. Tanto che anche dopo due anni consecutivi di crescita l’economia italiana non riuscira’ a tornare ai livelli pre-pandemia. La nuova doccia fredda arriva dall’Ufficio parlamentare di bilancio che stima per quest’anno una ripresa del Pil limitata al +4,3%, rivista al ribasso rispetto alle precedenti previsioni di una variazione positiva vicina al 5% e decisamente lontana dal +6% indicato dal Conte-bis nella NaDef. La Nota di aggiornamento al Def risale ormai ad ottobre. Da allora lo scenario e’ certamente cambiato, con la seconda ondata dei contagi piu’ grave del previsto e le chiusure imposte dall’autunno un po’ in tutta Italia. Stime governative aggiornate non arriveranno pero’ prima di aprile, con il nuovo Documento di economia e finanza. Nel frattempo le previsioni di istituzioni ed organizzazioni continuano invece a scattare fotografie ravvicinate nel tempo, indicando un recupero piu’ lento e, soprattutto, legato a doppio filo all’andamento della campagna vaccinale. La revisione al ribasso dell’Upb, operata nonostante la spinta positiva del 2,3% dal 2020 all’anno in corso calcolata dall’Istat solo due giorni fa, segue dunque quella del Fondo monetario, che appena una decina di giorni fa ha tagliato le sue stime per l’Italia da +5% a +3,5% nel 2021. Ed anche la Bce ha avvertito che l’incertezza resta alta e che per i Paesi dell’area euro “la pandemia continua a porre seri rischi per la salute pubblica e per le economie”. L’aumento dei contagi da coronavirus e le misure di contenimento imposte per un prolungato periodo di tempo in molti paesi dell’area, spiega la Banca centrale, “stanno minando l’attivita’ economica”. La situazione dovrebbe comunque migliorare dalla primavera in poi ed anche l’anno prossimo la ripresa proseguira’, con un aumento del Pil italiano al momento quantificabile per l’Ufficio parlamentare di bilancio a +3,7%. Anche cosi’ il prodotto restera’ pero’ dell’1,4% inferiore ai livelli del 2019. L’effetto del Recovery si fara’ sentire, ma anche in questo caso l’andamento dell’economia dipendera’ dalla capacita’ di investire le risorse e attuare i progetti. Proprio la gestione dei fondi del Next Generation Eu e le scelte del Pnrr rappresentano infatti una variabile che puo’ trasformarsi in un rischio. “Un’attuazione parziale, ritardata o inefficiente, dei progetti di investimento predisposti con il Piano nazionale di ripresa e resilienza determinerebbe il venir meno di un fattore di sostegno non marginale all’attivita’ economica”, sottolinea l’Upb. Allo stesso tempo “una nuova recrudescenza dell’epidemia comporterebbe il prolungamento dell’emergenza sanitaria, con conseguente inasprimento delle misure di limitazione della mobilita’ individuale e impatti negativi sulle decisioni di spesa e sull’attivita’ economica”. Il terzo rischio e’ invece rappresentato dal debito, in un Paese come l’Italia che – finita l’emergenza – dovra’ tornare a fare i conti con la necessita’ di un graduale piano di rientro.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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