“Dopo la notizia delle tasse, leggere l’assessore Verì che per giustificare la stangata sul ceto medio abruzzese, dice che a produrre il deficit sono state le assunzioni di personale e l’aumento dei farmaci e non l’inefficacia della governance del comparto, dall’esecutivo regionale, fino alle Asl, è un altro oltraggio alla comunità. Uno schiaffo per ognuno del 120.000 abruzzesi che ogni giorno rinunciano a curarsi perché non hanno soldi; per gli oltre 60.000 senza medico di base; per chi staziona giorni sulle barelle del Pronto soccorso di uno qualsiasi dei nostri ospedali aspettando di essere preso in carico; per chi è rimasto senza farmaci salva vita perché le farmacie ospedaliere ne erano sprovviste; per chi si sente dire dai Cup a cui si rivolge che la visita che deve fare, anche se urgente, potrà farla fra mesi; per chi per curarsi fugge fuori o si rivolge al privato”, dichiara il consigliere regionale PD Antonio Di Marco replicando alle dichiarazioni dell’assessore Verì.
“Non è pensabile che una regione uscita dal commissariamento ci rientri perché non ha saputo programmare prestazioni e servizi, tant’è che nella classifica dei LEA ci costringe al terzultimo posto nazionale per servizi sensibili quali la prevenzione e sanità dei territori. È ora di fare qualcosa: ritirare questa scellerata proposta di legge, ad esempio e mettersi finalmente nei panni scomodi della gente comune, che non può pagare per una sanità che non funziona” conclude Di Marco.