Moody’s fotografa le necessità di investimenti per la prevenzione degli Enti

Il fabbisogno di infrastrutture individuato dal piano nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico in Italia va oltre le capacità di ogni regione o ente locale, soprattutto nel Centro Sud, e potrà essere finanziato soltanto con l’aiuto dello Stato e dell’Unione Europea su un arco temporale lungo. E’ l’analisi dell’agenzia di rating Moody’s che rileva come circa 8 miliardi sui 26 miliardi necessari a mettere i sicurezza il Paese sono stati predisposti e verranno stanziati con un mix di finanziamenti statali, trasferimenti dell’Unione Europea e prestiti della Banca Europea per gli Investimenti. I fondi comunitari rappresentano una fonte stabile di finanziamenti, mentre quelli governativi, che dovrebbero costituire la parte più rilevante, sono più incerti in quanto soggetti ad allocazione annuale. Le tre maggiori regioni del Mezzogiorno, ovvero Campania, Sicilia e Puglia hanno, da sole, un fabbisogno complessivo di 10,3 miliardi, pari al 40% del totale stimato per le opere utili e prevenire e mitigare il rischio di dissesto idrogeologico. Molise, Basilicata e Abruzzo hanno invece i maggiori fabbisogni di investimento in rapporto ai loro bilanci annuali, rispettivamente il 73%, 65% e 36%. Al contrario, regioni come la Lombardia e le province autonome di Bolzano e Trento dovranno sostenere investimenti più contenuti, tra l’1% e il 4% dei loro bilanci. Il diverso grado di esposizione ai rischi di natura climatica, unito allo stato di avanzamento dei lavori di prevenzione degli enti del settore pubblico sono già incorporati nei rating assegnati da Moody’s a regioni ed enti locali. Tuttavia con l’intensificarsi dei cambiamenti del clima, l’inattività o la lentezza nella realizzazione delle opere potrebbero avere un impatto negativo sul rating delle regioni con maggiori necessità di investimenti nei progetti di prevenzione

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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