Ricostruzione, Legnini: il tempo degli alibi e’ finito

“La macchina deve funzionare e io faro’ in modo che funzioni. Per questo da settembre saro’ meno negli uffici di Roma e andro’ nei Comuni, negli uffici speciali, per capire quali sono gli ostacoli da superare perche’ il tempo degli alibi e’ finito. Per i progettisti, per i tecnici, privati e pubblici, per tutti”. Lo ha detto Giovanni Legnini, commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016 e 2017, nel corso di una videoconferenza di presentazione dei dati per la ricostruzione al 30 giugno e le tre nuove ordinanze approvate.

“Il ritardo c’e’, e’ indiscutibile e i dati ce lo dimostrano, ma le ricostruzioni importanti prima dei 4 anni non sono mai decollate – ha osservato Legnini – quelle lievi si’. A l’Aquila funziono’ la ricostruzione leggera nell’immediato, e quella ‘pesante’ parti’ dopo 4 anni piu’ o meno”. “Di cosa c’e’ bisogno? Certo, di una legge quadro, un testo unico – ha sostenuto il commissario straordinario alla ricostruzione delle aree colpite dal terremoto del Centro Italia del 2016 e 2017 – c’e’ bisogno di norme standardizzate. Io mi auguro che queste regole, che stiamo disegnando adesso, possano costituire un riferimento perche’ si basano su responsabilita’ dei privati, capacita’ di controllo pubblica e tempi certi di definizione”.

“E poi – ha aggiunto – occorre una struttura centrale che sappia coordinare, governare il processo di ricostruzione, con le autonomie territoriali e regionali che devono fare la loro parte. Un ‘dipartimento della costruzione’ di cui si parla? Chiamiamolo come vogliamo, occorre un ‘fratello gemello’ della Protezione civile – ha proseguito – dopo l’emergenza, la catastrofe, interviene la Protezione civile per quei mesi che servono per superare la fase emergenziale; poi deve subentrare una struttura statale forte, capace di dirigere la ricostruzione con procedure che sono gia’ fissate e che nessuno si deve inventare daccapo, come stiamo facendo noi. Con un contingente di personale, di professionisti altamente qualificati, mille o 3 mila persone, che lavorano per lo Stato per ricostruire. Questo – ha concluso – e’ il modello a cui dobbiamo tendere”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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