Slitta l’esperimento Sox nei laboratori del Gran Sasso

Slitta per cause tecniche l’esperimento Sox, il cui avvio nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso era previsto nel 2018. Lo promuove una collaborazione internazionale, della quale l’Italia e’ capofila con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), e dall’ottobre scorso sta sollevando paure per la sostanza radioattiva, il Cesio 144. Quest’ultima e’ racchiusa nel rivelatore che e’ il cuore dell’esperimento e il suo decadimento produce particelle chiamate antineutrini, da utilizzare come esca per dare la caccia ai cosiddetti neutrini sterili. Questi ultimi non sono previsti dalla teoria di riferimento della fisica contemporanea, il Modello Standard, e la loro esistenza potrebbe aprire una nuova era nella fisica. L’esperimento prevede che il Cesio 144 sia sigillato in una doppia capsula di acciaio, a sua volta schermata da uno scudo di tungsteno di oltre 2,4 tonnellate e dello spessore di 19 centimetri per impedire ai raggi gamma, prodotti con i neutrini, di disperdersi all’esterno. Se le attese della comunita’ scientifica sono grandi, le paure che l’esperimento Sox sta sollevando da settimane lo sono altrettanto. Tutto e’ cominciato il 10 ottobre scorso, in seguito al test di trasporto del materiale radioattivo senza carico, una prova generale il cui obiettivo era verificare le procedure, in linea con le prescrizioni dell’Ispra. A scendere in campo e’ stato il movimento ‘Mobilitazione acqua Gran Sasso’, lanciando un appello alla trasparenza e promettendo “una lotta senza se e senza ma”.

La Regione Abruzzo e’ intervenuta a sua volta chiedendo nuove certificazioni, oltre a quelle avute dall’Ispra. La notizia del ritardo nella preparazione dell’esperimento e’ emersa in seguito alla riunione a Mosca sulle verifiche tecniche sul progetto Sox. Vi hanno partecipato rappresentanti della collaborazione Sox (Short distance Oscillations with boreXino), del Commissariato francese per l’energia atomica (Cea), proprietario della sorgente, Infn e associazione russa Pa Mayak, che produce il materiale nucleare nel sito di Mayak. Dall’incontro, rileva l’Infn, e’ emerso che, per motivi tecnici, il rivelatore non e’ in grado di produrre il numero di particelle richieste dal progetto e che di conseguenza non e’ idoneo ai fini scientifici dell’esperimento. Al momento, rende ancora noto l’Infn, si sta lavorando per valutare una soluzione, ma questo “comportera’ inevitabilmente un ritardo rispetto alla programmazione dell’esperimento”.

“Noi abbiamo chiesto di sospendere per verificare con le carte, che per la verita’ sono arrivate in ritardo, tutte le procedure. Mentre stavamo facendo questo, e’ arrivata la notizia della sospensione da parte dell’ Infn, vuol dire che abbiamo piu’ tempo per le verifiche”. Cosi’ il vicepresidente della Giunta regionale abruzzese, Giovanni Lolli, durante la seduta del Consiglio Regionale che ha discusso delle problematiche legate all’esperimento Sox in programma all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Assergi. Appuntamento fissato prima dell’annuncio dello slittamento da parte dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “Vogliamo l’esperimento Sox, ci mancherebbe, ma occorre prima una procedura aggiuntiva che dia garanzie assolute di sicurezza”, afferma ancora Lolli. “Per noi la priorita’ e’ la sicurezza assoluta dell’acquifero del Gran Sasso”, spiega ancora Lolli sottolineando che i Laboratori “sono un patrimonio dell’ intero Paese, come riteniamo l’autostrada una infrastruttura fondamentale. Tutto questo sistema e’ stato lasciato colpevolmente negli anni passati in una situazione di interferenza con le falde. Noi ci stiamo lavorando, stiamo trovando soldi e ne servono davvero tanti, e la progettazione e’ in stato avanzato”. Il vicepresidente della Giunta regionale dell’Abruzzo, prima ancora dell’annuncio dello slittamento da parte dell’Infn evidenziava che “l’esperimento Sox non e’ stato comunicato nel tavolo previsto da un preciso protocollo”

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Settore vinicolo, Paolucci replica all’ex assessore Imprudente sui fondi per la peronospora

“Fare indebitare le imprese con i microprestiti Fira, per altro non ancora erogati, non è …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *