Nel 2024 l’economia abruzzese ha registrato una crescita dello 0,6%, in linea con la media nazionale ma in rallentamento rispetto al +2,1% del 2023. È quanto emerge dal rapporto “L’economia dell’Abruzzo” diffuso dalla Banca d’Italia all’Università di Teramo.
Il comparto manifatturiero ha sofferto in particolare per la flessione del settore automotive, con un calo delle esportazioni del 5,6% e un clima di fiducia in deterioramento. Segnali positivi, invece, dalle costruzioni pubbliche, sostenute dagli investimenti del PNRR, e dal mercato immobiliare, dove le compravendite sono salite del 9,2%.
Nel terziario, i consumi hanno segnato un lieve aumento (+0,4%), trainati dal recupero del potere d’acquisto delle famiglie (+1,6%). In crescita anche il turismo (+5,5%), con un forte contributo della domanda nazionale.
Il mercato del lavoro ha visto un aumento dell’occupazione dell’1,1%, con prevalenza di contratti stabili. Tuttavia, cresce nuovamente il divario di genere e torna ad aumentare l’uso della Cassa integrazione, specie nei trasporti.
Sul fronte del credito, i prestiti alle imprese sono scesi del 4,1%, mentre i mutui alle famiglie sono tornati a salire (+10,9%). Cresce anche il credito al consumo (+5,9%).
La spesa pubblica locale ha accelerato, trainata da sanità e investimenti fissi finanziati dal PNRR. Le gare aggiudicate per opere pubbliche hanno raggiunto l’80% del valore complessivo bandito, con lavori avviati o conclusi in oltre la metà dei casi.
Infine, sul lungo periodo, Abruzzo penalizzato da dinamiche demografiche negative, ma in recupero su digitalizzazione, capitale umano e start up innovative, pur rimanendo sotto la media nazionale su qualità dell’azione pubblica.