Solamente il 30% delle bambine e dei bambini tra 0 e 2 anni trova posto all’asilo nido, con profondi divari territoriali e variazioni tra regioni che superano i 30 punti percentuali.
In Umbria si tocca il 46,5% mentre in Campania si scende al 13,2%. Insieme a Svimez, Save the Children ha realizzato un’analisi dell’impatto degli investimenti complessivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del nuovo Piano nidi promosso nell’aprile di quest’anno dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Dal report emerge che l’investimento consentira’ di accrescere la copertura nazionale di oltre dieci punti percentuali, raggiungendo il 41,3%, ma i gap territoriali rimarranno piuttosto ampi.
Undici regioni riusciranno a superare il target del 45%: Molise, con la migliore copertura nazionale al 66% (dall’attuale 22,5%), Umbria (57,1% dal 46,5%), Abruzzo (55,3% dal 28%), Emilia-Romagna (51,1% dal 43,1%), Valle d’Aosta (50,4% dal 43%), Marche (50,2% dal 33,5%), Sardegna (50% dal 35,2%), Toscana (49,2% dal 40,7%), Lazio (46% dal 37,9%), Liguria (45,2% dal 33,8%) e Friuli-Venezia Giulia (45,1% dal 38,3%). Sette regioni raggiungeranno livelli compresi tra il 38% e il 45% di copertura: Trentino-Alto Adige al 43,6% (dall’attuale 31,6%), Basilicata al 43,4% (dal 22,4%), Lombardia al 41,8% (dal 36%), Veneto al 41,6% (dal 33,8%), Piemonte al 40,7% (dal 32,7%), Calabria al 40,3% (dal 15,7%) e Puglia al 38,4% (dal 20,6%). Due regioni (Campania e Sicilia), nonostante l’investimento, non riusciranno a raggiungere neanche la copertura del 33%. La Campania e’ previsto si attesti al 29,6%, la Sicilia al 25,6%.
Molise e Abruzzo sono i territori che hanno ricevuto l’importo pro capite maggiore (rispettivamente oltre 10mila e oltre 6mila euro per bambino di eta’ compresa tra 0 e 2 anni), mentre Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte ed Emilia-Romagna sono le regioni che hanno ricevuto l’importo pro capite minore, con meno di 2mila euro per ogni bambino nella fascia 0-2. Nonostante gli investimenti significativi per aumentare l’offerta, dunque, non ultimo lo stanziamento ulteriore di 40,8 milioni annunciato il 4 novembre, gli squilibri territoriali permangono. Campania e Sicilia non raggiungeranno il target del 33% e in 4 province (Napoli, Palermo, Catania e Caltanissetta) non si raggiungera’ neppure il 25% di copertura. Un ulteriore aspetto riguarda il finanziamento della gestione dei nuovi posti negli asili nido, un tema fondamentale sia per i Comuni che per le famiglie. Per aiutare i Comuni a sostenere i costi di gestione annuali dei nuovi servizi da attivare – con lo scopo di garantire entro il 2027 al 33% dei bambini di frequentare il nido per conseguire il Livello Essenziale delle Prestazioni fissato dalla Legge di Bilancio 2022 – e’ stato previsto uno stanziamento ad hoc all’interno del Fondo di Solidarieta’ Comunale (FSC), con risorse crescenti dal 2022 al 2027, poi confluito nel Fondo Speciale Equita’ Livello dei Servizi. Il Fondo viene ripartito solo a quei Comuni che hanno un tasso di copertura uguale o inferiore al 28,8%. Nel 2024, su 7904 Comuni, ne sono stati finanziati 5.150, ma di questi ben 1.945 non hanno avviato alcun progetto Pnrr per l’attivazione di nuovi posti a titolarita’ pubblica Per il 2025 e negli anni a seguire, per fare in modo che il Fondo Equita’ aiuti davvero i Comuni che hanno deciso di investire sulla prima infanzia, sara’ essenziale prevedere un meccanismo di ripartizione che oltre al criterio di copertura del servizio, tenga conto dei posti attivati tramite Pnrr, dando ai Comuni che assicurano servizi a titolarita’ pubblica priorita’ nell’assegnazione delle risorse per la gestione dei servizi stessi. E’ necessario infine prevedere fin da subito un piano per la formazione e il reclutamento degli educatori necessari al funzionamento degli asili.