Autonomi e piccole imprese pagano più tasse delle aziende medio-grandi

Autonomi e piccole imprese pagano di più delle aziende medio-grandi. In materia di imposte e tasse, ad esempio, nel 2018 i primi hanno versato al fisco 42,3 miliardi di euro (pari al 53 per cento degli oltre 80 miliardi di imposte versate da tutto il sistema produttivo). Le big, invece, hanno corrisposto ‘solo’ 37,9 miliardi (il 47 per cento del totale). Lo denuncia la Cgia di Mestre. In buona sostanza i piccoli hanno versato 4,4 miliardi di tasse in più rispetto a tutti gli altri. E nonostante la dimensione aziendale delle piccole imprese presenti in Italia sia molto contenuta, il contributo fiscale ed economico reso al Paese è rilevantissimo.Alla luce di questi risultati, la Cgia chiede con forza che “si torni a guardare con maggiore attenzione al mondo delle piccole e alle micro, visto che la tassazione continua ad attestarsi su livelli insopportabili, il credito viene concesso con il contagocce e l’ammontare del debito commerciale della nostra Pubblica amministrazione nei confronti dei propri fornitori è di 57 miliardi di euro”, di cui circa la metà riconducibile ai mancati pagamenti. Se oggi contiamo un numero molto ristretto di grandi imprese, la Cgia ricorda che “fino alla prima metà degli anni ’80 il loro ruolo nell’economia nazionale era di primissimo piano”. A quel tempo, l’Italia era tra i leader mondiali nella chimica, nella plastica, nella gomma, nella siderurgia, nell’alluminio, nell’informatica e nella farmaceutica, grazie al ruolo e al peso di molte grandi imprese pubbliche e private. A distanza di quasi 40 anni le cose sono cambiate: il Belpaese ha perso terreno e leadership in quasi tutti questi settori. Il peso economico delle nostre grandi imprese (quelle con più di 250 addetti) è ormai ridotto a dimensioni molto contenute. In termini di unità, ad esempio, il numero di queste ultime è pari a poco più di 3.200 (0,1 per cento del totale delle imprese italiane). Il fatturato dei grandi player, invece, incide sul dato complessivo per il 31,9 per cento. Se il fatturato totale ammonta a 2.855 miliardi di euro, la parte riconducibile alle grandi aziende è di 911 miliardi. Il valore aggiunto, sempre delle big company, è pari al 32,7 per cento del totale. Se il dato nazionale in termini assoluti è di 702 miliardi, la quota in capo alle imprese con più di 250 addetti è di 230 miliardi. Anche in termini di occupati, infine, il risultato del confronto con le Pmi è appannaggio di queste ultime: su una platea di occupati nel settore privato di oltre 14,5 milioni di addetti, solo 3,1 milioni (pari al 21,4 per cento del totale) è alle dipendenze di una grande impresa

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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