Cgia, investimenti pubblici crollati del 35% con la crisi

Nel nostro Paese sono crollati gli investimenti pubblici. Dal 2005 al 2017, secondo la Cgia di Mestre, la contrazione e’ stata del 20%; ma rispetto al 2009, punta massima di crescita registrata prima della crisi, la riduzione e’ stata pesantissima: -35%. Nessun altro indicatore economico ha registrato una caduta percentuale cosi’ rovinosa. In termini nominali in questi ultimi 8 anni abbiamo “bruciato” 18,6 miliardi di euro di investimenti. Se rispetto al 2016 abbiamo leggermente invertito la tendenza, nella Nota di aggiornamento del Def presentata nelle settimane scorse si evince che nel 2017 l’ammontare complessivo della spesa per investimenti del settore pubblico si dovrebbe attestare a quota 35,5 miliardi di euro. A livello territoriale, invece, gli ultimi dati disponibili sono aggiornati al 2015 e includono anche quelli realizzati dal Settore pubblico allargato (Spa), ovvero dalle imprese pubbliche nazionali (Posteitaliane, Gruppo Ferrovie dello Stato, Terna, Aci, Gestore servizi elettrici, etc.) e da quelle locali (Municipalizzate, Consorzi di Enti locali, etc.).

Se tra il 2005 e il 2015 gli investimenti del Settore pubblico allargato in conto capitale sono diminuiti a livello nazionale del 23% (pari a -13,3 miliardi di euro), la ripartizione territoriale che ha registrato la contrazione piu’ importante e’ stata il Nordest che ha subito un “taglio” pari a 5,3 miliardi di euro (-37,4%). Friuli Venezia Giulia (-51,1), Piemonte (-44,9) ed Emilia Romagna (-41,9) sono state le regioni piu’ “colpite” da questa “sforbiciata”. Se anche il Nordovest (-32,2%) e il Centro (-27,6) segnano riduzioni molto consistenti, l’unica macro area che ha registrato un risultato positivo e’ stata il Mezzogiorno (+ 419 milioni di euro pari al +2,7%). Tra le regioni del Sud spicca il risultato positivo ottenuto dalla Puglia (+20,3%), dalla Basilicata (+24,3), dalla Calabria (+38,1) e dall’Abruzzo (+57) che ha potuto beneficiare degli interventi pubblici riconducibili alla ricostruzione post terremoto. Per la Cgia se alla spesa per investimenti aggiungiamo anche la spesa per trasferimenti in conto capitale, osserviamo che in questi ultimi 10 anni i primi, sono diminuiti del 23%, i secondi, invece, sono aumentati del 15,7%. Complessivamente, comunque, il totale della spesa in conto capitale (investimenti + trasferimenti) e’ in calo del 12,7% attestandosi nel 2015 su un valore nominale pari a 69,1 miliardi di euro. Grazie alla disponibilita’ di queste due fonti, e’ stato possibile mettere in linea gli interventi pubblici in conto capitale che sono stati effettuati tra il 2005 e il 2015 sia dalla Pa sia dalla Spa per ciascun livello di governo. Il risultato che emerge e’ molto significativo. Se la Pa nel suo complesso ha tagliato decisamente gli investimenti del 30,6% (pari a -15,2 miliardi di euro), le aziende del Settore pubblico allargato, invece, hanno aumentato l’impegno del 17,5% (+5,1 miliardi di euro). In buona sostanza lo Stato e gli enti locali hanno ridotto il loro impegno di spesa e a investire ci hanno pensato le grandi aziende pubbliche. Sempre tra il 2005 e il 2015, i settori maggiormente interessati da questa stretta sugli investimenti sono stati in termini nominali la mobilita’ (-5,2 miliardi pari a -24,9%), la cultura e la ricerca (-4,1 miliardi pari a -47,6%), l’amministrazione generale (-2,3 miliardi di euro pari a -41,8), le attivita’ produttive e le opere pubbliche (-2,2 miliardi pari a -13,3%). 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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