Coldiretti in piazza con gli agricoltori delle zone colpite dal terremoto

Centinaia di agricoltori, allevatori e pastori delle zone colpite dal terremoto della Coldiretti sono arrivati a Roma per offrire in piazza di Sant’Anastasia al Circo Massimo i propri prodotti nel piu’ grande mercato delle specialita’ contadine sopravvissute al sisma del centro Italia nel 2016. Un’occasione per aiutare la lenta ripresa dei territori colpiti a tre anni dalle scosse e per denunciare che nei paesi ancora svuotati le vendite dei prodotti locali sono crollate del 70%. In difficolta’, fa sapere la Coldiretti, ci sono 25 mila aziende e stalle censite nei 131 Comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, con oltre 100 mila animali tra mucche, pecore e maiali e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi. Tra i settori piu’ colpiti c’e’ anche l’agriturismo dove e’ ancora lenta la ripresa per le 444 strutture nell’area colpita. Una situazione che non ha scoraggiato tanti agricoltori e allevatori che sono riusciti a garantire le principali tipicita’. Basti pensare che la produzione della lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp quest’anno e’ stata tra i 3-4 mila quintali. Dal ciauscolo marchigiano alle lenticchie di Castelluccio di Norcia, dal pecorino laziale alla ventricina abruzzese, sono solo alcuni dei prodotti portati al maxi mercato dove si sta preparando la pasta all’amatriciana che sara’ offerta ai cittadini per ricordare che e’ ancora lontano il ritorno alla normalita’. 

 

Anche in Abruzzo nei paesi svuotati dal terremoto e con il turismo in lenta ripresa si registra ancora un crollo del 70% delle spesa che sta soffocando l’economia locale e il lavoro, a partire dagli agricoltori e dagli allevatori che sono rimasti nonostante le difficoltà.

I pesanti ritardi della ricostruzione con le difficoltà abitative delle popolazioni locali e i problemi a far tornare i turisti hanno determinato – sottolinea la Coldiretti – un crollo delle vendite dei prodotti locali che gli agricoltori, a prezzo di mille difficoltà, sono comunque riusciti a salvare dalla macerie garantendo la continuità produttiva e, con essa, una speranza di ripresa in un territorio a prevalente economia agricola che al terremoto ha pagato un conto salato.

 

In difficoltà ci sono 25mila aziende agricole e stalle censite nei 131 Comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove – continua la Coldiretti – c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo.

Tra i settori più colpiti c’è sicuramente – spiega Coldiretti – quello dell’allevamento ma in difficoltà si trovano anche le altre attività a partire dall’agriturismo dove è ancora lenta la ripresa per le 444 strutture che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell’area dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria.

 

“L’Abruzzo è stata una regione doppiamente colpita, perché aveva subito anche il sisma del 2009 – dice Coldiretti Abruzzo – ma nonostante tutto la maggioranza di agricoltori e allevatori che, a prezzo di mille difficoltà e sacrifici, non hanno abbandonato il territorio ferito e sono riusciti a garantire la produzione della principali tipicità tra cui il Pecorino di Farindola e le mortadelle di Campotosto ma anche la ventricina e i salumi teramani fino ad arrivare alla patata turchesa  – ricorda Coldiretti Abruzzo  – Il terremoto ha colpito un territorio a prevalente economia agricola con una significativa presenza di allevamenti che occorre sostenere concretamente per non rassegnarsi all’abbandono e allo spopolamento ed è per questo che Coldiretti ha scelto dedicare alle popolazioni colpite la ricorrenza del 75esimo anno dalla sua Fondazione, avvenuta proprio a fine ottobre del 1944. Ma ora è necessario accelerare sulla ricostruzione e garantire una piena ripresa dell’economia, che in queste zone significa soprattutto cibo e turismo”.

 

Coldiretti Abruzzo ricorda che in Abruzzo le aziende zootecniche direttamente colpite dal sisma 2016/2019 riportando danni importanti alle strutture sono state oltre 400 con una perdita di oltre 40mila avicoli, oltre 8mila capi tra pecore e suini, oltre 200 bovini secondo una elaborazione effettuata sulla base dei dati dell’istituto zooprofilattico d’Abruzzo e Molise. “Ma le aziende in difficoltà che risentono ancora oggi delle conseguenze dirette ed indirette del sisma ancora migliaia – sottolinea Coldiretti Abruzzo – ed è importante affrontare con misure adeguate le conseguenze del terremoto per riportare alla normalità l’Abruzzo e tutte le regioni colpite”.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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