Crescono, i divari nella spesa per consumi delle famiglie: 728 euro tra Nord-ovest e Sud

Tornano ad aumentare i divari territoriali nella spesa per consumi delle famiglie: 728 euro tra Nord-ovest e Sud, da 625 euro nel 2020. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel report ‘Le spese per i consumi delle famiglie’ nel 2021. L’incremento delle spese delle famiglie è diffuso su tutto il territorio nazionale, ad esclusione delle Isole dove non si registra alcun aumento significativo.

La crescita è più intensa nel Nord (+7% il Nord-ovest e +4,4% il Nord-est), seguito dal Sud (+3,9%) e dal Centro (+3,1%). I livelli di spesa più elevati, e superiori alla media nazionale, continuano a registrarsi nel Nord-ovest (2.700 euro), nel Nord-est (2.637 euro) e nel Centro (2.588 euro) mentre sono più bassi (e inferiori alla media nazionale) nelle Isole (2.012 euro) e al Sud (1.971 euro). Nel 2021, nel Nord-ovest si spendono in media circa 728 euro in più del Sud, una differenza pari al 36,9% (33% nel 2020), mentre rispetto alle Isole il vantaggio del Nord-ovest in valori assoluti è di 688 euro (34,2% in più, a fronte del 29,6% dell’anno precedente).

Nel Sud e nelle Isole, dove le disponibilità economiche sono generalmente minori, a pesare di più sulla spesa delle famiglie sono le voci destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, come quelle per Alimentari e bevande analcoliche: nel 2021 questa quota di spesa arriva al 24,6% al Sud e al 23,5% nelle Isole mentre si ferma al 17,2% nel Nord-est. Anche nel 2021 le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige (2.950 euro) e Lombardia (2.904 euro) mentre Calabria e Puglia sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 1.915 e 1.808 euro mensili.

La quota più alta per Alimentari e bevande analcoliche si registra proprio in Calabria, dove si attesta al 28,1%, a fronte del 19,3% osservato a livello nazionale e del 15,8% del Trentino-Alto Adige. Rispetto al 2020, la spesa aumenta significativamente in molte regioni, sia del Nord che del Centro-sud. Gli incrementi più contenuti si registrano in Toscana (+4,5%) e in Piemonte (+5%); attorno al 7% la crescita di Abruzzo, Umbria e Veneto. La spesa aumenta del 7,6% in Trentino-Alto Adige e dell’8,6% in Lombardia ma gli aumenti maggiori si osservano in Basilicata e Molise, dove, rispetto al 2020, sale, rispettivamente, del 16,9% e del 10,3%. I livelli e la composizione della spesa variano anche a seconda della tipologia del comune di residenza.

Nel 2021, come in passato, le famiglie spendono di più nei comuni centro di area metropolitana: 2.757 euro mensili contro i 2.473 euro nei comuni periferici delle aree metropolitane e in quelli con almeno 50mila abitanti e i 2.315 euro nei comuni fino a 50mila abitanti che non appartengono alla cerchia periferica delle aree metropolitane. Il maggior incremento della spesa per consumi (+5,4%) si registra proprio nei comuni centro di area metropolitana. In questi ultimi, infatti, pesa maggiormente rispetto alle altre tipologie comunali la spesa per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria (il 44,2% della spesa mensile, pari a 1.219 euro, rispetto al 34,7% nei comuni fino a 50mila abitanti, 803 euro mensili) ma anche quella per Servizi ricettivi e di ristorazione (il 4,7%, pari a 128 euro mensili, contro il 3,9% dei comuni più piccoli, 90 euro mensili). Al contrario, nei comuni centro di area metropolitana si registra la quota di spesa più bassa destinata ad Alimentari e bevande analcoliche (16,2%, contro 20,5% dei comuni fino a 50mila abitanti che non appartengono alla cerchia periferica delle aree metropolitane); lo stesso vale per le quote di spesa destinate ad Abbigliamento e calzature (rispettivamente, 3,3% e 4,5%) e Trasporti (7,7% contro 10,7%).

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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