Dazi al 30% negli Stati Uniti, L’Aquila la provincia più a rischio

L’introduzione da parte dell’amministrazione Trump di una tariffa doganale del 30%, si stima, in via molto prudenziale, che avrà un impatto economico sulle esportazioni italiane attorno ai 35 miliardi euro all’anno. Lo sottolinea l’Ufficio studi della Cgia che ha aggiornato le sue previsioni alla luce della lettera di Donald Trump. La città metropolitana di Milano è l’area geografica del Paese che esporta di più verso gli Stati Uniti: nel 2024 le vendite hanno toccato i 6,35 miliardi di euro. Seguono Firenze con 6,17, Modena con 3,1, Bologna con 2,6 e Torino con 2,5. Tutte assieme queste cinque realtà territoriali esportano quasi un terzo del totale nazionale delle merci destinate negli Usa. Per quanto riguarda l’Abruzzo è la provincia dell’Aquila (15° posto in classifica) quella più esposta a livello regionale, seguita da Chieti (54), Teramo (66) e Pescara (81).Tre i prodotti maggiormente esportati negli Stati Uniti: medicinali e preparati farmaceutici per 806 milioni di euro, a seguire componenti elettronici e schede elettroniche per 228 milioni e quindi prodotti da forno e farinacei per 85 milioni di euro. La Cgia che le aziende italiane che esportano negli Usa presentano una incidenza delle vendite in questo mercato solo del 5,5% del fatturato totale, mentre il margine operativo lordo è mediamente pari al 10% dei ricavi. In altre parole, sono poco esposte verso il mercato statunitense ed una eventuale chiusura di questo mercato inciderebbe relativamente poco. Inoltre, queste realtà produttive hanno mediamente buoni margini per ridurre il prezzo finale dei propri beni da vendere negli States, compensando, almeno in parte, gli aumenti provocati dall’introduzione delle barriere doganali.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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