Imprese, le associazioni di categoria chiedono alla Regione Abruzzo lo sblocco degli aiuti

Con una lettera inviata al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, all’assessore regionale alle Attivita’ produttive Daniele D’Amario, al presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri e ai capogruppo consiliari della Regione, i rappresentanti delle Associazioni Casartigianati, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti hanno inviato una lettera aperta per evidenziare come a “quattro mesi dall’approvazione da parte del Consiglio regionale dell’Abruzzo della legge regionale n.9/2021 dobbiamo purtroppo prendere atto che la stessa risulta al momento del tutto disapplicata. E questo nonostante il comma 2 dell’articolo 2 (Disposizioni urgenti) avesse fissato un termine di appena 15 giorni, per la giunta regionale, affinche’ provvedesse “alla necessaria riprogrammazione delle risorse finanziarie destinate”. La legge, denominata “Misure a favore delle micro, piccole e medie imprese, con particolare riguardo al settore della ristorazione, a quello turistico-alberghiero, alle filiere ad essi correlate operanti sul territorio della Regione Abruzzo nonche’ a favore delle imprese che hanno subito restrizioni previste per le “zone rosse” per effetto delle ordinanze del presidente della Regione”, era stata dotata – si legge nella missiva – di una copertura finanziaria di 10 milioni di euro, e concepita con un forte coinvolgimento del mondo produttivo abruzzese, sottolineato dal protagonismo e dal consenso dell’intera assemblea elettiva regionale”.

“La legge – si evidenzia ancora nella lettera – e’ improntata a criteri importanti, in ragione dei motivi del tutto emergenziali che ne erano stati posti a premessa e fondamento, soprattutto perche’ ad esserne principali destinatari erano le imprese dell’artigianato, del commercio e del turismo. Motivi quali la difficile, se non drammatica situazione di molte di esse provocata dalla pandemia; la documentata difficolta’ per un numero consistente di loro ad accedere al credito garantito attraverso il Fondo centrale di garanzia; la necessita’ di far fronte alle emergenze di carattere finanziario e di liquidita’; la ripresa del pagamento di tasse e imposte precedentemente bloccate; i benefici che gli investimenti effettuati avrebbero avuto sul sistema economico regionale; il coinvolgimento dei confidi che avrebbe consentito un effetto moltiplicatore delle somme stanziate. Principi che, ad oggi, risultano purtroppo vanificati dalla stasi assoluta in cui versa la legge, di cui non e’ stato avviato alcuno degli atti indicati nel suo testo: il tutto senza che la Regione abbia avvertito il bisogno di darne spiegazione alla platea dei destinatari ed all’opinione pubblica. Si tratta di una situazione inaccettabile, che colpisce ulteriormente le speranze di ripresa di alcuni settori che – come il turismo – hanno pure alle spalle una stagione estiva positiva, ma che non hanno potuto contare sul sostegno promesso”. “Ed e’ per questi motivi – concludono le associazioni – che chiediamo in primo luogo che siano spiegate le ragioni di questa inaccettabile stasi. Anche perche’ le risorse messe a disposizione erano quelle gia’ in dotazione (e dunque disponibili) di un’altra misura, ‘Abruzzo Crea’ che non aveva dato i risultati attesi. E poi chiediamo anche di procedere a compiere tutti gli atti necessari per mettere la legge in condizione di operare nel piu’ breve tempo possibile. E che dire, infine, dei 10 milioni di euro stanziati dal Cipe il 25 agosto del lontano 2018 per ‘l’Area Cratere’ del sisma 2009, ad oggi non ancora spesi e con la Fira (la Finanziaria regionale) che starebbe ancora predisponendo il bando. Questa volta aspettiamo risposte concrete che per troppo tempo non ci sono state date”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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