Inchiesta tangenti al Comune di Pescara, nell’interrogatorio il dirigente non risponde al Gup

“Abbiamo raccontato come sono andati i fatti realmente, ossia che non c’e’ stata attivita’ di cessione di sostanza stupefacente nei confronti degli altri indagati”. Lo ha detto l’avvocato Roberto Serino, al termine dell’interrogatorio del suo assistito, V.C. arrestato due giorni fa nell’ambito di un’inchiesta della Procura  riguardante presunti appalti truccati e droga al Comune. “Abbiamo chiarito – prosegue il difensore – le situazioni. E’ stato sottoposto a varie domande dei pm che hanno condotto le indagini. Abbiamo chiarito la posizione “. Relativamente alle ipotesi di accusa rivolte al suo assistito, Serino ha aggiunto: “Abbiamo rappresentato ai magistrati che conducono le indagini che sono solo delle supposizioni e che non ci sono riscontri oggettivi a conferma. Le intercettazioni – ha concluso l’avvocato – non hanno nessun contenuto che possa far ritenere che ci sia stata un’attivita’ di cessione di sostanze stupefacenti”.

Il dirigente del settore Lavori Pubblici del Comune di Pescara, F.T., si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Trisi e’ stato arrestato lunedi’ scorso insieme all’imprenditore V.D.L. e a due pusher. Il dirigente comunale, rinchiuso in carcere a Chieti, ha preferito la via del silenzio davanti al gip Fabrizio Cingolani. Nell’inchiesta, che conta oltre dieci indagati, i reati contestati, a vario titolo, sono corruzione, turbata liberta’ degli incanti, peculato, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, e un presunto episodio di finanziamento illecito ai partiti.

Avrebbe invece ammesso di aver ceduto in più di un’occasione dosi di cocaina al dirigente del Settore Lavori Pubblici,  uno dei due spacciatori in carcere nell’ambito dell’operazione “La Tana delle Tigri”. L’uomo, assistito dall’avvocato Gianluigi Amoroso, ha mostrato spirito collaborativo di fronte al Gip Fabrizio Cingolani ed i Pm Annamaria Benigni e Luca Sciarretta. Il pusher avrebbe confermato la cessione di stupefacenti a Trisi, ma a titolo di amicizia.

Si sono, invece, avvalsi della facoltà di non rispondere, Vincenzo De Leonibus, difeso dagli avvocati Sergio Della Rocca ed Augusto La Morgia: “Non abbiamo ancora avuto disponibilità dell’enorme mole di carte dell’inchiesta – ha spiegato La Morgia – ed il nostro cliente è ancora particolarmente provato sotto l’aspetto psicologico per poter fare pienamente chiarezza. Nei prossimi giorni avremo un’interlocuzione con la Procura per poter aver un quadro più dettagliato sui capi d’imputazione.” Stessa decisione per F.T., in carcere a Chieti e difeso dall’avvocato Marco Spagnuolo: “Il mio assistito è sereno ed abbiamo insieme fatto le scelte processuali più opportune.

 

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

Controllate anche

Lavoro all’estero, un laureato su quattro pronto a partire

Lavorare all’estero è una possibilità che sempre più professionisti prendono in considerazione, soprattutto nell’era della …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *