L’inflazione in Italia resta bassa ma il caro vita non risparmia Siena, Brindisi e Venezia, che hanno registrato un aumento inflazionistico dell’1,9%. Seguono Benevento con il +1,8%, Napoli con il +1,7%, Rimini, Parma e Trieste con il +1,6%. In Abruzzo a livello provinciale i dati sono disponibili solo per Teramo e Pescara. Entrambe registrano una riduzione, rispettivamente dello 0.1% e dello 0.3% nel periodo aprile 2023-aprile 2024. Nell’anno precedente (aprile 22-aprile 23) si era registrato invece un aumento dell’8,9% per Teramo e dell’8,1% per Pescara.
Quasi tutte “realtà territoriali con una grande vocazione turistica che hanno subito importanti incrementi di spesa delle attività riconducibili ai servizi ricettivi, di ristorazione e alla persona. Un deciso incremento di costo ha interessato anche i trasporti, gli affitti di case/negozi e il carrello della spesa”. Lo segnala l’Ufficio studi della Cgia*, evidenziando però che “il peggio è comunque alle nostre spalle”.
Negli ultimi sette mesi il dato dell’inflazione a livello nazionale è stato “ben al di sotto della soglia del 2% , secondo la Commissione Europea, quest’anno dovrebbe attestarsi al +1,6% contro il +5,9% registrato nel 2023 e il +8,7% del 2022″. Il dato di quest’anno, inoltre, è” nettamente inferiore alla media UE che, invece, dovrebbe attestarsi al 2,5%”. Tra i paesi Ue, “solo la Finlandia (+1,4%) è destinata a ottenere un risultato migliore del nostro”, osserva la Cgia