Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (al netto degli studenti) presentate all’Inail nei primi cinque mesi del 2025 sono state 166.296, in diminuzione del 2,2% rispetto alle 169.967 del pari periodo 2024, del 3,2% rispetto al 2023, del 35,1% rispetto al 2022, del 6,6% sul 2021, dell’1,2% sul 2020 e del 10,4% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. Lo rende noto l’Istituto, comunicando i dati di maggio da quali emerge che la riduzione dei decessi è stata del 3,2%), mentre per la componente in itinere si registra un decremento delle denunce di infortunio (-2,9%) ma una crescita dei casi mortali (+30,5%).Tenuto conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall’Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento maggio 2025, e rapportato il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro (al netto degli studenti) a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un’incidenza infortunistica che passa dalle 800 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100mila occupati Istat del maggio 2019 alle 684 del 2025, con un calo del 14,5%. Rispetto al maggio 2024 la riduzione è del 3,8% (da 711 a 684).L’incidenza delle denunce di infortunio in occasione di lavoro sul totale delle denunce presentate (al netto degli studenti) è passata dall’82,9% del 2019 all’82,1% del 2025.A maggio di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -2,0% nella gestione Industria e servizi (dai 150.954 casi del 2024 ai 147.905 del 2025), un -5,4% in Agricoltura (da 9.878 a 9.349) e un -1,0% nel Conto Stato (da 9.135 a 9.042). Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per i decrementi il Manifatturiero (-7,6%), il Trasporto e magazzinaggio (-5,4%), il Commercio (-2,9%), le Costruzioni (-2,2%) e la Sanità e assistenza sociale (-1,2%).L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce nel Nord-Ovest (-5,3%), al Sud (-2,2%), nelle Isole (-0,9%), nel Nord-Est (-0,8%) e al Centro (-0,3%).
Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Liguria (-7,5%), la Valle d’Aosta (-6,7%), la Campania (-5,8%), la Toscana (-5,7%), la Lombardia (-5,2%), il Piemonte e l’Umbria (-4,6% ciascuna), mentre per gli incrementi il Lazio (+9,4%), la provincia autonoma di Bolzano (+9,1%), il Molise (+2,3%), la Calabria (+1,4%) e l’Abruzzo (+0,6%).
La diminuzione delle denunce di infortunio che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2025 è legata solo alla componente maschile, che registra un -3,6% (da 115.843 a 111.696 casi) contro un +0,9% di quella femminile (da 54.124 a 54.600). In flessione le denunce dei lavoratori italiani (-3,1%) al contrario di quelle degli stranieri (+0,9%). L’analisi per classi di età mostra aumenti per gli over 59enni (+6,6%) e un calo nella fascia che va dai 15 ai 59 anni (-3,5%).Le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale (al netto degli studenti) presentate entro il mese di maggio 2025, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 271, nove in meno rispetto alle 280 registrate nel 2024, quattro in più rispetto al 2023, sei in più rispetto al 2022, 91 in meno sul 2021 e sul 2020 e otto in meno sul 2019.Rapportando il numero dei casi mortali in occasione di lavoro (al netto degli studenti) agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza passi da 1,20 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del maggio 2019 a 1,12 del 2025 (-6,7%) e diminuisca del 4,3% rispetto a maggio 2024 (da 1,17 a 1,12).L’incidenza delle denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro sul totale dei decessi denunciati (al netto degli studenti) è passata dal 71,4% del 2019 al 71,7% del 2025 (è stata del 77,3% nel 2024). Il calo ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 240 a 237 denunce mortali, l’Agricoltura (da 34 a 33) e il Conto Stato (da 6 a 1).Dall’analisi territoriale emergono decrementi nel Nord-Ovest (da 74 a 70 denunce), nel Nord-Est (da 64 a 62), al Centro (da 49 a 47), al Sud (da 66 a 65) e parità nelle Isole (27 in entrambi i periodi). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano Veneto (+17), Basilicata (+5), Umbria e Abruzzo (+2 entrambe), mentre per i cali più evidenti Emilia Romagna (-17), Campania (-6), Lombardia (-5) e Lazio (-4).