La burocrazia produce oltre 30mila pagine all’anno

Più di 30 mila pagine (per l’esattezza 30.671), che – se stampate – peserebbero 80 kg, coprirebbero una distanza di 452 km ma soprattutto richiederebbero, a una lettura anche sommaria, quasi 320 giorni. Sono le cifre impressionanti della documentazione raccolta nelle 365 Gazzette Ufficiali pubblicate nel 2018, ‘scartabellate’ dall’Ufficio studi della CGIA che riconosce come rispetto al 2017, comunque, la situazione registratasi l’anno scorso sia comunque leggermente migliorata. Mentre nei primi 9 mesi del 2019 la produzione di ‘carta’ sembra essere aumentata, con una crescita di oltre mille pagine in più di leggi, decreti e regolamenti. Secondo l’analisi realizzata dal The European House – Ambrosetti, la produttività legislativa del nostro Paese non ha eguali nel resto d’ Europa. in Italia, infatti, si stima che ci siano 160.000 norme di cui 71.000 promulgate a livello centrale e le rimanenti a livello regionale e locale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000. La responsabilità di questa iper legiferazione – spiega la CGIA – “è ascrivibile alla mancata abrogazione delle leggi concorrenti e al fatto che il nostro quadro normativo negli ultimi decenni ha visto aumentare esponenzialmente il ricorso ai decreti legislativi che, per essere operativi, richiedono l’approvazione di decreti attuativi. Questa procedura ha aumentato a dismisura la produzione normativa in Italia”. 

Dall’associazione arriva quindi un invito a semplificare il quadro normativo per migliorare il rapporto tra cittadini/imprese e gli uffici pubblici. Ma anche a cercare, ove è possibile, di non sovrapporre più livelli di governo sullo stesso argomento e, in particolar modo, accelerare i tempi di risposta della Pubblica amministrazione. Con troppe leggi, decreti e regolamenti i primi penalizzati – osserva la CGIA – sono i funzionari pubblici che nell’incertezza si ”difendono” spostando nel tempo le decisioni.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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