Nonostante le numerose crisi aziendali che affliggono il Paese stiano mettendo a rischio quasi 120mila posti di lavoro, entro i prossimi tre mesi le imprese italiane hanno dichiarato all’Unioncamere/Ministero del Lavoro l’intenzione di assumere 1,37 milioni di lavoratori, di cui 380mila circa a tempo indeterminato. Tuttavia, in un caso su due, sussiste il rischio di non poter procedere alle assunzioni a causa della carenza di candidati o dell’impreparazione delle persone che si presentano ai colloqui. Pertanto, a fronte di 120mila lavoratori che potrebbero perdere il posto, nei primi tre mesi di quest’anno le imprese non sarebbero nelle condizioni di coprire, nemmeno offrendo un posto fisso, almeno 190mila posizioni lavorative. Con un costante decremento della popolazione giovanile e un incremento significativo della fascia più anziana, gli imprenditori manifestano una crescente preoccupazione per la mancanza di personale che è decisamente superiore ai possibili effetti di una nuova crisi che, tuttavia, si sta diffondendo in buona parte dell’Unione Europea. A segnalarlo è l’Ufficio studi della CGIA.
Ad eccezione di Benevento e Chieti, in tutte le province del Mezzogiorno nel primo trimestre di quest’anno è previsto un aumento delle assunzioni rispetto alle previsioni riferite allo stesso periodo del 2024.
A livello regionale in Abruzzo il saldo è positivo per 650 unità frutto dell’incremento previsto di 470 lavoratori a Pescara e 460 a Teramo. L’Aquila è in equilibrio mentre a Chieti è previsto un calo di 280 unità.
Nel resto d’Italia, invece, per 45 province del Nord e del Centro avranno segno meno. La situazione più virtuosa è attesa a Siracusa con il +29,8% (+1.770 entrate). Seguono Foggia con il +25,9% (+2.070), Matera con il +23,6% (+670), Vibo Valentia con il +20,1% (+350) e Messina con il +19,1% (+1.700). Nonostante il depotenziamento previsto per il 2025, la decontribuzione relativa alle assunzioni nella Zona Economica Speciale (Zes) unica per il Mezzogiorno e l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresentano i due elementi fondamentali in grado di “giustificare” l’eccellente performance occupazionale attesa a Sud. Sebbene le ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate siano in deciso aumento, aggiunge la Cgia, in valore assoluto il numero dei lavoratori dipendenti italiani con il posto fisso ha toccato a novembre il suo record storico, pari a 16.264.000 addetti. Per contro, i lavoratori a termine sono in flessione; sempre a novembre si attestano attorno alla stessa soglia che avevamo a novembre 2020, vale a dire 2.652.000 occupati.