L’evasione fiscale vale metà degli sprechi della Pubblica Amministrazione

L’evasione fiscale e contributiva presente nel nostro Paese – pari, secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, a circa 110 miliardi di euro all’anno – ammonterebbe a poco più della metà degli sprechi, degli sperperi della nostra Pubblica Amministrazione (PA) secondo quanto stimato dalla Cgia di Mestre, che ha valutato in oltre 200 miliardi di euro all’anno l’impatto economico delle inefficienze della PA.

Secondo la Cgia, dunque, con un carico fiscale più contenuto, anche a seguito di una spesa pubblica inferiore, probabilmente la dimensione dell’evasione sarebbe nettamente al di sotto dei 110 miliardi di euro stimati.

Secondo i calcoli della Cgia, a fronte di questi 145 miliardi, il valore aggiunto del nostro Paese sarà, al termine dell’operazione, superiore di 55 miliardi di euro. Pertanto, la redditività degli interventi indicati nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza redatto lo scorso 12 gennaio, appare molto contenuta. Non solo. Nei prossimi sei anni l’Europa ci consentirà di investire complessivamente 210 miliardi di euro. Una cifra importante che condizionerà il futuro del nostro Paese. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che al netto degli interessi sul debito, la nostra spesa pubblica l’anno scorso è stata di poco inferiore a 900 miliardi di euro e, per oltre il 90%, è di natura corrente (stipendi, pensioni, acquisti, funzionamento struttura, etc.). E’ evidente – conclude la Cgia – che dovremo spendere le risorse assegnateci con il Next Generation EU con grandissima attenzione. Ma a maggior ragione lo dobbiamo fare ogni anno, quando siamo chiamati a spendere una cifra quattro volte superiore alle risorse europee che, invece, spenderemo in sei anni.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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