Marsilio racconta i suoi primi mesi alla guida della Regione Abruzzo

Trecentoventiquattro giorni sull’asse Roma-L’Aquila-Pescara passando per le urgenze di Bruxelles. Il presidente Marco Marsilio racconta questi primi 10 mesi alla guida della Regione Abruzzo. “Il limite dell’Abruzzo e’ quello di non imporsi mai – dice Marsilio – Alla sua conflittualita’ ero ? preparato, e combatto affinche’ tutto questo venga superato: a volte ci sono riuscito a volte fatto da garante. Il piu’ grosso difetto che ho incontrato? Il limite della reciproca diffidenza tra persone e luoghi, senza progetti strategici, frutto di una conflittualita’ secolare, generazionale. L’esperienza e’ oggettivamente faticosa, mentalmente e moralmente: con le tue decisioni entri nella vita delle persone. Le tue scelte entrano con atti precisi in quelle che sono le reali condizioni di vita delle persone, terremoto, ospedali, viabilita’…”. Marco Marsilio lamenta inoltre la scarsità di risorse “che non ti permettono grandi operazioni strategiche: qui il 95% e’ ordinaria amministrazione e ‘non ci sono soldi’ per le grandi idee”.

“C’e’ una gran voglia di fare in un Paese cosi’. Eppure non si riescono a fare progetti concreti…e poi ti confronti con le generazioni precedenti, quelle che invidio. Allora c’erano regole e opere, io invidio coloro che si sono confrontati con la realizzazione delle autostrade, i metanodotti, le ferrovie – prosegue il presidente della Regione – Qui, invece, nello stesso tempo in cui loro facevano ferrovie, noi facciamo una variante o uno svincolo. Certo, la verita’ e’ che nel passato quelle generazioni hanno speso troppe risorse, e oggi paghiamo quei debiti e per generazioni. Non essendo pero’ io un manicheo posso dire che di quei tempi c’era il buono e il cattivo accoppiato”. Il bilancio dei primi 324 giorni da presidente e’ ben chiaro nella sua mente. “Il limite dell’Abruzzo e’ quello di non imporsi mai – dice Marsilio – Alla sua conflittualita’ ero… preparato, e combatto affinche’ tutto questo venga superato: a volte ci sono riuscito a volte fatto da garante. Il piu’ grosso difetto che ho incontrato? Il limite della reciproca diffidenza tra persone e luoghi, senza progetti strategici, frutto di una conflittualita’ secolare, generazionale”. “Se devo dire quale sia stato fin qui il risultato migliore che ho ottenuto credo di poter affermare che sia la parte relativa alla ricostruzione – chiarisce Marsilio – C’e’ stato un confronto a volte durissimo col Commissario Farabollini, ma siamo riusciti a portare a casa altre 55 unita’ per la ricostruzione del terremoto… Certo, avevamo chiesto 200 unita’, e ci dicevano ‘non vi diamo nulla’. Non voglio dire sia un regalo di Natale, ma almeno qualche pratica ora la finiremo”.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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