Nel 2018 +16,2% per la produzione di vino, record negativo per l’olio

Il prodotto agricolo con la migliore performance nel 2018 e’ stato il vino. La sua produzione e’ cresciuta del 16,2% in volume e del 31,5% in valore, con un deciso aumento dei prezzi alla produzione connesso, essenzialmente, al miglioramento della qualita’. Il settore e’ infatti sempre piu’ caratterizzato da prodotti di alta qualita’: sono oltre 500 i vini Dop/Dopg e Igp certificati dall’Unione europea i quali rappresentano il 90% del valore della produzione. Questi i dati diffusi oggi dall’Istat nell’ultimo dossier relativo all’andamento dell’economia agricola nel 2018. Con 10,2 miliardi di euro di valore della produzione di vino, l’Italia nel 2018 si e’ collocata in Europa seconda solo rispetto alla Francia, che ne ha prodotto per 12,6 miliardi. L’88% e’ stato prodotto nelle aziende agricole, 42%, o nelle cooperative agricole, 46%, solo il 12% dall’industria. L’export del vino ha superato i 6 miliardi di euro. Buono e’ stato anche il risultato per le coltivazioni industriali, quelle foraggere e floricole, cereali e ortaggi. Un calo si e’ avuto invece per le produzioni agrumicole e, in misura piu’ lieve, per quelle zootecniche. Nell’ambito della produzione frutticola, l’istituto di statistica ha segnalato la forte ripresa della produzione di mele, +25,6%, che ha recuperato quasi completamente la contrazione del 2017, -28,8%, anno che aveva fatto registrare il risultato peggiore dal 1980. La produzione di olio di oliva ha segnato, invece, una drastica riduzione rispetto all’anno precedente, -34,7%, con la massima caduta in Puglia, -48% in valore e -43% in volume.

La crisi produttiva sarebbe attribuibile, in particolare, alle condizioni climatiche avverse, gelate primaverili e siccita’ estiva, all’ulteriore diffusione della xilella e alla presenza di attacchi di mosca olearia. Questi due problemi stanno incidendo pesantemente sulla produzione, amplificando l’alternanza tra annate di carica e scarica. I cambiamenti climatici dell’ultimo decennio hanno condizionato la redditivita’ del settore agricolo. Le perdite di raccolta dovute a calamita’ naturali hanno assunto, negli ultimi anni, un carattere ricorrente. Varie produzioni ne sono state interessate, ad esempio il vino nel 2017, -16%, e nel 2014, -8,9%, il mais nel 2015, -22,2%, e nel 2012, -19,4%, l’olio nel 2016, -39,5%, e nel 2014, -39,3%, le patate nel 2013, -12%, e nel 2010, -13,4%, il frumento duro nel 2017, -16,4%, e nel 2009, -29,4%, le pesche nel 2018 e, -11,9%, e nel 2017, -13,7%, le mele nel 2017, -21,6%, e nel 2012, -14,6%. La centralita’ di tale questione e’ stata riconosciuta anche a livello Ue nella definizione delle nuove linee della Politica agricola comune, Pac, successive al 2020. Per quel che riguarda i prezzi, gli andamenti sono stati molto differenziati. Nel 2018 si sono stati registrati aumenti sensibili dei prezzi alla produzione per le coltivazioni foraggere, +18,9%, la viticoltura, +13,2%, e la frutta, +10,4%, piu’ contenuti per i cereali, +2,9%. Diminuzioni, invece, hanno interessato i prezzi delle produzioni olivicole, -10,6%, delle coltivazioni industriali, -5,8%, degli ortaggi, -3,9%, degli agrumi, -3,5%, e delle produzioni zootecniche, -2,2%.

Di Redazione Notizie D'Abruzzo

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